UN ANNO CON DON BOSCO
8° Gennaio
8) Dio è sempre stato?
Dio è sempre stato e sempre sarà : Egli è l'« Eterno ».
9) Dio sa tutto?
Dio sa tutto, anche i nostri pensieri : Egli è l'« Onnisciente ».
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21. - Centro di gloria (sogno).
Iddio onnisciente in molti sogni manifesta a Don Bosco ciò che concerne la sua missione.
Nella seconda quindicina di marzo del 1846 Don Bosco è scacciato dai prati Filippi perchè i giovani rovinano anche la semenza dell'erba. Il Marchese Cavour ilo chiama a rapporto e vuole imporgli di abbandonare quei giovani. Don Bosco resiste, avendo l'approvazione dell'Arcivescovo. Il Marchese manda guardie a sorvegliarlo. In quei tristi momenti il Signore lo conforta con un sogno; vede una vasta casa, una chiesa (San Francesco), molti giovani, chierici e preti. Compare un'altra casa, una nuova chiesa (Maria Ausiliatrice). Don Bosco crede di essere in preda ad un'illusione. Una voce gli dice: — E non sai che il Signore può con le spoglie degli Egiziani arricchire il suo popolo? Il sogno continua: vede altri fabbricati, quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice : sulla porta dell'Oratorio, due colonne che portano la scritta : Hinc, inde gloria mea. (M. B. II, 405-407).
22. - Non si esce!
Iddio che tutto sa preavvisa il santo dei pericoli in cui può incorrere.
Scrisse uno dei primi Salesiani, Don Garino Giovanni : « Nel 1862, un sabato dopo pranzo verso le ore due, Don Bosco mi chiamò con sè, perchè lo accompagnassi per Torino. Giunto alla portineria fa per mettere i1 piede sulla soglia, ma io che gli era dietro, vedeva che stentava ad uscire, e per quanto cercasse da una parte e dall'altra, non riusciva ad incamminarsi. A un tratto si volse indietro e dice: — Non posso uscire, il Grigio non me lo permette! Sulla soglia c'era disteso il Grigio, il famoso cane di Don Bosco; era il cane che gli aveva tante volte salvato la vita; quella sera gliela salvò con impedirgli di uscir di casa : Don Bosco, non potendo superare quell'insistente impedimento, tornò indietro e non uscì. L'indomani io sentiva essersi sparsa la voce che il giorno prima qualcuno stava in agguato per fare su Don Bosco un brutto tiro ». (M. B., VII, 135).
23. - Don Bosco vede tutto.
Dio comunica molte volte ai suoi santi la sua virtù onnisciente.
Alcuni giovani artigiani, sapendo che Don Bosco era assente dall'Oratorio, credettero di farla franca sottraendosi dalle funzioni sacre della domenica sera ! Infatti nessuno se ne era accorto nell'Oratorio, e i bricconcelli erano andati a nuotare nelle acque del canale presso la Dora. Ma erano stati veduti da Don Bosco, il quale scriveva una lettera ai giovani e tra le altre cose disse : « Sono stato più volte a visitare l'Oratorio ed ho trovato un poco di bene ed un poco di male... Fui non poco sdegnato che taluni nel tempo delle funzioni della sera siano fuggiti per andare a nuotare! Poveri giovani! Quanto poco pensano all'anima loro!... Quest'oggi poi vedo il demonio che fa molta strage con l'ozio ». (M. B. VII, 226-227).
24. - Mancava uno.
Don Bosco, racconta il Card. Giuseppe Gamba, ex-allievo dell'Oratorio, era stato assente per molti giorni. Alla prima sera dopo il suo arrivo nel consueto sermoncino della Buona Notte, ci disse esser egli tornato durante la sua assenza ben due volte in mezzo a noi. Noi ci guardammo sorpresi, allargando occhi e orecchi. Ma Don Bosco proseguì narrando come in una di queste volte fosse entrato in chiesa durante la Messa e come avesse visto che mancava uno... — Di questi ragazzi, — continuò egli, — Don Bosco non ne vuole. Tenetelo bene a mente, figliuoli! Don Bosco anche lontano vi vede sempre! Ii giorno dopo si seppe che uno dei giovani era tornato a casa sua. (M. B. X, 16).
25. - Mi sta presente il tuo avvenire.
Don Luigi Nai, antico allievo di Don Bosco, divenuto ispettore delle case del Cile, faceva questa dichiarazione a Don Giulio Barberis: « Era l'anno 1872, ed una sera, credo dell'ultimo giorno degli Esercizi spirituali degli studenti, Don Bosco confessava nel coro, dietro l'altare maggiore; io fui uno degli ultimi a confessarmi, e, terminata la mia confessione, Don Bosco mi disse queste testuali parole: — In questo momento mi sta presente tutto il tuo avvenire! — e continuò, dicendomi quello che vedeva. Ricordo che nell'anima mia ho all'ora sperimentato una gioia di paradiso, e adesso potrei con giuramento asserire, che, tutto ciò che Don Bosco mi disse, si è verificato ». (M. B. X, 17).
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32. - M'indovini i peccati!
Era la voce comune nell'Oratorio fin dal 1848 che Don Bosco scopriva i peccati dei giovani, e li leggeva sulla loro fronte. I giovani per metterlo alla prova dicevano : — Don Bosco, mi indovini i peccati. Una sera un giovanetto di Vercelli, chiamato Giulio, disse a Don Bosco con insistenza: — L'indovini anche a me i peccati che ho commessi. E Don Bosco gli parlò segretamente all'orecchio come faceva con gli altri. Questi si mise a piangere esclamando: — È lui, è lui che ha predicato la missione nella tal chiesa, — alludendo a qualche chiesa del Vercellese. Essendo quel giovane venuto da lontano paese, in quel giorno solamente senza essere stato mai conosciuto da Don Bosco, e questi non avendo mai confessato in quella chiesa indicata, sembra che il santo abbia conosciuto l'interno di quel giovane per lume soprannaturale. Era così , ben diffusa questa opinione che Don Bosco leggesse i peccati sulla fronte, che parecchi in bei modi cercavano di coprirsi il volto affinchè non potesse leggerli. (M. B. IV, 306).
33. - Io sogno...
« La sera del 7 dicembre 1873, accompagnato il Servo di Dio a riposo, giunto in sua camera lo pregai a dirmi confidenzialmente come facesse a conoscere l'interno dei giovani, specialmente i loro peccati. Ed egli, colla solita sua bontà, mi diceva : — Vedi, quasi tutte le notti io sogno che vengono dei giovani a confessarsi, chiedendo di fare la confessione generale e qui scoprono ogni loro pasticcio; quindi venendo poi veramente, al mattino, a confessarsi da me, si può dire che io non ho più da fare altro che palesare loro tutti gl'imbrogli che hanno sulla coscienza ». (M. B. X, 71).
34. - Televisione soprannaturale.
Don Bosco con un bel gruppo di giovani è lungi dall'Oratorio in allegra passeggiata. Improvvisamente si fa serio, e quindi dice: — Mettiamoci in ginocchio e recitiamo un'Ave Maria e un De Profundis per quello dei vostri compagni che stanotte deve morire. Lo stupore invade i giovani, ma Don Bosco li tranquillizza dicendo che nessuno dei presenti sarebbe morto. — Chi deve morire è in questo momento all'Oratorio, sano, allegro, che corre in ricreazione con gli altri compagni e non sa che prima che sia giorno dovrà presentarsi al tribunale di Dio! Alla sera poi, dopo le preghiere, al medesimo gruppo di giovani disse forte: — Preghiamo per uno dei nostri che sta molto male all'Oratorio. E al mattino seguente Don Bosco prima di indossare i paramenti per la celebrazione della Messa, disse: — Recitiamo un De Profundis per l'anima del ragazzo che è morto stanotte a Valdocco. Una lettera dell' prefetto dell'Oratorio di Valdocco confermava la cosa! (M. B. VII, 283-84).
35. - La sfida.
Nei primi anni dell'Oratorio un giovane Biellese andò a confessarsi nella chiesa della Consolata, e quindi scese all'Ospizio di San Francesco ove era accettato come studente. Don Bosco parlava coi giovani che lo circondavano della scrutazione dei cuori, e quelli rammentavano qualche sorprendente rivelazione da lui fatta di certi segreti. Il nuovo alunno saltò su : — Don Bosco ! Io la sfido a leggere i miei peccati ; anzi la invito a dirli ad alta voce che tutti ascoltino ! Don Bosco gli rispose: — Vieni qua — e come l'ebbe vicino lo guardò in fronte e poi gli disse qualche parola nell'orecchio. Il giovane divenne rosso in faccia come bragia. Don Bosco tornò a guardarlo in fronte e di nuovo gli disse in segreto qualche altra parola. Il giovane incominciò a piangere e gridò: — È dunque lei che stamane mi confessò nella chiesa della Consolata! Non è questo il modo di fare! E i compagni: — Don Bosco stamane non è ancora uscito di casa e non poteva neppur sapere che ti fossi confessato! A queste ragioni il buon giovane si tranquillizzò e ripose in Don Bosco tutta la sua confidenza. (M. B. VI, 458-59).
36. - Lei non saprà mai...
Un giovane sui tredici anni avendo sentito dai compagni che Don Bosco conosceva i peccati nascosti nelle coscienze, si presentò a lui, e con certa franchezza gli disse: — Lei non conoscerà mai il mio interno! Don Bosco lo trasse a s'è, e gli parlò all'orecchio. Quando ebbe finito il giovane ci disse con mirabile ingenuità: — Don Bosco ha indovinato. È una cosa che non ho mai detto a nessuno, e neppure in confessione! (M. B. VI, 459).
37. - Mi dica i miei pensieri!
Un altro giorno Don Bosco ci guardava sorridendo amorevolmente, assicurando di conoscere l'interno del nostro cuore. Uno studente che veniva spesso nell'Oratorio, quasi sprezzando ciò che giudicava impossibile, lo interruppe dicendo: — Ebbene; mi dica i miei pensieri. Don Bosco gli parlò sottovoce. Quegli rimase imbrogliato e confuso, e non osò più replicare verbo. (M. B. VI, 459-460).
38. - Hai commesso un peccato.
Un giovane essendo caduto in una grave colpa, non voleva più lasciarsi vedere da Don Bosco. Ma incontratosi a caso con lui, si sentì dire con paterna affabilità: — Tu non osi più lasciarti vedere perchè hai commesso un peccato! — E glielo specificò. Il giovane, sbalordito e pentito, pregò il: santo ad ascoltarlo in confessione, e cambiò vita. (M. B. VI, 461).
FRASE BIBLICA. - Dio ci ha amati per primo.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Qual è il miglior mezzo e più sicuro per non cadere mai più in peccato? É mettere in pratica tutti gli avvisi del confessore.
PREGHIERA DEL MESE: - Signore Iddio onnipotente, vi ringrazio dei lumi che la vostra parola ha portato alla mia mente, e degli affetti che mi ha destato nel cuore. Datemi grazia che essa produca in me un frutto centuplo, cosicché io riporti piena vittoria sulle mie cattive inclinazioni, e la mia fede divenga sempre più operosa, l'amore a voi sempre più infiammato ed efficace, la virtù sempre più perfetta e costante. Fate che io non mi contenti solamente di conoscere la vostra dottrina, ma con una fedeltà costante sino al termine della mia vita la metta in pratica. Così sia. (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Recitando tre Pater ed Ave in onore dei Magi, domanda loro di ottenerti una scintilla d'amore a Dio, per te fatto bambino.
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