UN ANNO CON DON BOSCO
11° Gennaio
12) Dio ha cura delle cose create?
Dio ha cura e «provvidenza» delle cose create, e le conserva e le dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà e giustizia infinita.
a) Dio ha cura delle creature. Le segue cioè dappertutto e in tutto.
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50. - La Banca della Provvidenza.
Nel 1853 Don Bosco doveva pagare un grosso debito. Si recò quindi, come ultimo scampo, da Don Cafasso, ma anche questi non lo potè aiutare. Gli disse però: — Andate verso piazza San Carlo, seguite chi vi chiamerà per nome e troverete ciò che desiderate. — Don Bosco obbedì, Ed ecco un servitore lo vede, lo chiama, lo conduce dalla sua padrona inferma, la quale fa una bella offerta per l'Oratorio. (M. B. IV, 589)
51. - Aiutati che Dio ti aiuta.
La Contessa Gabriella Corsi di Bosnasco, nata Pelletta di Cossombrato, aveva invitato più volte Don Bosco alla sua villa, dove avrebbe potuto attendere ai suoi lavori e godere in pari tempo un po' di sollievo ; ed egli per la prima volta accettava il gentil invito, dichiarando che vi sarebbe rimasto quattro giorni. Appena giunto, la Contessa, felice di riceverlo, gli disse subito che si fermasse non solo quattro giorni, ma una settimana; e Don Bosco osservò: — io sto qui, chi andrà in cerca di pane per i miei ragazzi? — In quanto a questo, gli rispose la contessa, la Provvidenza penserà. — Sì, ci pensa; ma Essa dice: « Aiutati che Dio ti aiuterà», e quindi conviene che faccia la parte mia in cerca di persone caritatevoli. — Quanto ci vorrà per provvedere pane ai giovani in questi tre giorni ? — Tre mila lire. — Se è così, gliele darò io, se acconsente di fermarsi. — Con simile patto mi fermo senz'altro! La contessa, piena di gioia, consegnò a Don Bosco la somma, e Don Bosco l'inviava subito a Torino. (M. B. X, 180).
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b) Dio dirige le creature al proprio fine.
54. - Il campo del martirio.
L'avvenire dell'Oratorio era mostrato a Don Bosco in alcuni sogni. Egli raccontò: — In una pianura vidi moltissimi giovani che giocavano, rissavano, tiravano pietre, bestemmiavano... Inorridito volli ritirarmi ; ma una Signore mi disse : « Avanzati tra quei giovani e lavora». Obbedii, mi affaticai; ma avevo bisogno di aiuto: guardai attorno, e vidi gente che mi osservava, ma non si muoveva; sentii la necessità di un locale ; ma la Matrona mi ammonì dicendo : « Mio Figlio e gli Apostoli non avevano un palmo di terra ove posare il capo ». Eppure il lavoro così non era fruttuoso; era necessario un recinto per i più abbandonati; e la Signora m'indicò più avanti una chiesetta con cortile e molti giovani. Ripigliai il lavoro, e la chiesa non era più sufficiente; ricorsi ancora e Lei, ed Essa mi fece vedere un'altra chiesa assai più grande con una casa vicina (San Francesco).. Poi, conducendomi in un terreno coltivato, quasi innanzi alla facciata della seconda chiesa, mi soggiunse : « In questo luogo dove i gloriosi martiri di Torino, Avventore, Solutore ed Ottavio, soffrirono il loro martirio, su queste zolle che furono bagnate e santificate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo ». Così dicendo posò un piede sul luogo del martirio e me lo indicò con precisione. Corrisponde esattamente all'angolo interno della cappella dei Ss. Martiri al lato del Vangelo nella chiesa di Maria Ausiliatrice. Intanto mi vidi circondato da un numero immenso di giovani, ma guardando la Signora crescevano anche i mezzi ed il locale. Vidi poi una grandissima chiesa precisamente nel luogo dove avvenne il martirio dei Santi. della legione Tebea, con molti edifici tutto all'intorno e con un bel monumento in mezzo. Mentre accadevano queste cose, io aveva a coadiutori preti e chierici che mi aiutavano alquanto e poi fuggivano. Allora mi rivolsi nuovamente a quella Signora, la quale mi disse : « Prendi questo nastro, e lega loro la fronte » ; sopra era scritto « obbedienza ». Eseguii e ne vidi il mirabile effetto: tutti si fermavano ad aiutarmi. Così venne costituita la Congregazione Salesiana. Vidi ancora molte altre cose e le difficoltà t'ho dovranno sorgere, ma conosco il modo di superarle: cammino avanti a chiara luce. - (M. B. II, 298-300).
c) La Provvidenza è sapiente.
55. - La Provvidenza arriva per molte vie.
Conosce meglio di noi e risolve le difficoltà.
Trovandosi Don Bosco a Roma, Don Dalmazzo doveva entro la giornata fare un pagamento di lire 5.000 all'impresario che costruiva il tempio del Sacro Cuore. Presentatosi più volte da Don Bosco per vedere se avesse tale somma, ecco giungere dalla Francia una lettera assicurata con la dichiarazione sia nell'esterno che nell'interno di lire 4.000. Apertala, invece di 4.000 se ne trovano 5.000; del che facendosi da Don Berto le meraviglie, Don Bosco dice con tutta naturalezza: — Don Dalmazzo aveva bisogno di 5.000, ed ecco perchè invece di 4.000 ve ne sono 5.000. - (M. B. XV, 410).
56. - La vocazione del Conte Cays.
Per conquistare un'anima predispone i suoi mezzi, anche i più convincenti.
Il cuore dell'uomo è fatto per amare Dio, e perciò le gioie del mondo non lo soddisfano, anzi lo empiono di amarezza e di delusioni. Questo dovettero attestare coloro che poterono godersi la vita con tutti i mezzi possibili. Fra questi possiamo contare anche Carlo Alberto Càys, conte di Gillette e Casellette, il quale, rinunciando ad una vita agiata, a ricchezze e a cariche, preferì condurre la vita povera, ma felice dei primi figli di Don Bosco, soddisfacendo così a un antico desiderio di farsi religioso. Egli manifestò questa sua brama a Don Bosco, il quale, ascoltandolo, gli disse: — Ella ha pensato che cosa voglia dire farsi religioso? — È da molto tempo che vi penso! — Ma in casa sua lei comanda ora da padrone; invece in una comunità religiosa Le toccherà di obbedire da umile servo. Vi ha badato bene ? — Sì, vi ho badato; e mi sono convinto che in punto di morte mi consolerà più l'aver obbedito che l'aver comandato. Don Bosco, non volendo precipitare le cose, attese ancora per qualche giorno. Ciò che determinò meglio il conte a stare assolutamente con Don Bosco e ciò che determinò pure Don Bosco a rispondere affermativamente al conte fu una grazia di Maria Ausiliatrice: una giovane, muta e paralitica, venne portata a domandare la benedizione a Don Bosco. Il conte, che era presente, disse fra s'è: — Se questa giovane guarisce, vuol dire che la Madonna mi vuole salesiano. — La fanciulla uscì guarita completamente, e il conte fu accettato da Don Bosco, nella Pia Società Salesiana. (M. B. XIII, 219-224).
57. - Faccia piovere un poco.
Il peccato è il grande nemico della Provvidenza.
Nel 1861 si trovava nell'Oratorio il Parroco di Villa San Secondo. Egli diceva a Don Bosco: — Vi è siccità nelle nostre campagne. Abbiamo bisogno che ella faccia piovere un poco. — Vada a casa, rispose Don Bosco, faccia fare una novena ; inviti il popolo e dica così : « Voglio che facciamo fare un fiasco a Don Bosco, che ha promesso la pioggia». Ciò lo dica ridendo; ma dica poi sul serio che almeno per questa novena non commettano peccati. — Ebbene, farò quello che mi dice; ma poi, se non pioverà, almeno lei verrà a dirci per cagione di chi non ha piovuto. — Sì, si, verrò io a fiutare e troverò i peccatori. Appena il parroco fu di ritorno al paese, cominciò la novena con un discorso intorno a quanto gli aveva d'etto Don Bosco. E la pioggia cadde prima che la novena fosse finita. (M. B. VI, 956-957).
58. - Al manicomio!
Quante volte la Provvidenza scherza umiliando la sapienza umana!
Nel marzo del 1846, Don Bosco non ha più alcun posto ove radunare i suoi giovani: anche dal prato Filippi ha ricevuto lo sfratto. Molti ecclesiastici lo credono poco sano di mente; la gente in giro lo segna a dito; gli amici lo esortano a lasciare i giovani e a curarsi. A tutti Don Bosco invece parla con minuti particolari della sua futura opera. Nell'adunanza del Clero torinese si prende la risoluzione di farlo curare prima che accadano fatti disdicevoli a un ecclesiastico, e per questo la Curia di Torino manda un suo incaricato ; anche a costui Don Bosco narra le future meraviglie. Bisogna proprio ricoverarlo! Due eminenti ecclesiastici di Torino, dopo essersi intesi col Direttore del manicomio, in carrozza vanno a visitare Don Bosco, e, fatti i soliti convenevoli, lo invitano... a prendere aria buona. Il Santo capisce: li fa salire prima per rispetto alla dignità, chiude in fretta lo sportello e grida al cocchiere: — Di volata al manicomio! — Qui gli infermieri subito li afferrano e li rinchiudono in camera di sicurezza, nonostante tutte le loro proteste, finché arriva il direttore spirituale, che, riconosciutoli, ride dell'equivoco e li fa mettere in libertà. Altro che matto! (M. B. 11, 414-416).
d) La Provvidenza è buona.
59. - Un cane provvidenziale.
Una sera del 1852 un tale pedinava Don Bosco con un grosso randello. Don Bosco, subodorando l'insidia, si pose a correre nella speranza di raggiungere l'Oratorio, ma ecco sbucare davanti a lui altri quattro o cinque con randelli. Don Bosco con una gomitata si liberò dall'inseguitore, e tosto sbuca un cagnaccio grigio che si slancia sugli assalitori e li mette in fuga, quindi accompagna Don Bosco fino a casa, ove riceve le carezze perfino da mamma Margherita. (M. B. IV, 714).
In corso Regina, una notte nel 1852, un tale spara due colpi contro Don Bosco, ma fallisce; fa 'per saltargli addosso, ma sbuca il cane grigio che lo mette in fuga e accompagna Don Bosco fino all'Oratorio. (M. B. IV, 715).
Una sera oscura e nebbiosa del 1854, presso il Cottolengo, due figuri precedono Don Bosco che torna all'Oratorio. Questi tenta di schivarli, ma quelli gli sono addosso e tentano imbavagliarlo con un mantello. Ma tosto giunge il solito Grigio, che addenta e atterra i due mariuoli. Don Bosco lo richiama, si fa promettere dai due che lo lascerebbero in pace, e il Grigio li lascia andare. Don Bosco si conforta un poco al Cottolengo, quindi il Grigio lo segue fino all'Oratorio. (M. B. IV, 716).
60. - Il nipote del Grigio?
Nel: 1883 ritornando da una visita al Vescovo di Ventimiglia assieme a Don Durando, Don Bosco non avendo trovato una carrozza, dovette fare la strada a piedi, ma già mezzo cieco, gli riusciva faticoso il cammino per l'oscurità della notte. Improvvisamente appare il Grigio che da trent'anni non aveva più visto, e stando a distanza di un metro segna a Don Bosco la strada fino a casa. Don Durando, badando a sè, asserì di non aver visto nulla. Avendo raccontato il fatto a Marsiglia in casa Olive, la signora domandò come quel cane avrebbe potuto campare più dell'ordinario, e Don Bosco sorridendo rispose: — Sarà stato un figlio o un nipote di quello là. (M. B.XVI, 36).
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e) La Provvidenza è giusta.
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64. - Punizione esemplare.
Nonostante la sua prudenza Don Bosco non aveva potuto andare immune dalle violenze delle sètte. Queste violenze furono per lui fonte di benedizione; non altrettanto per coloro che le ordinarono ed eseguirono. Il commendatore Carlo Luigi Farini, uomo dal polso di ferro e dal cuore di selce, aveva firmato un decreto che tenne per molte ore in un'ambascia e in un'agonia di morte i ricoverati nell'Oratorio; ma fu l'ultimo decreto di tal genere, che egli sottoscrisse. Era giunto a minacciare Don Bosco di prigione e a dargli del pazzo. Ma alcuni mesi dopo, nel 1861, dal colmo della potenza precipitò così in basso nell'estimazione dei suoi stessi complici che dovette smettere l'autorità quasi regale di luogo- tenente, onde si era fatto investire a Napoli; e colto dall'itterizia incominciò a dar segni di turbata immaginazione, e a vacillare talvolta nel senno. Mezzo imbecillito e inetto al lavoro, sul principio del 1873 fu assalito da un timor panico, che lo rendeva ridicolo e insociale. Nel mese di marzo, già affatto impazzito e con la fantasia esaltata per i casi della Polonia, si presentava al re Vittorio Emanuele: appuntandogli sul petto una pistola, come scrissero i giornali, gli intimava di muovere all'istante con l'esercito in aiuto dei Polacchi, o di morire. Il re si avvide subito che aveva da fare con un pazzo, si mostrò prontissimo a fare il voler suo, e così l'ebbe disarmato. Nei suoi vaneggiamenti Farini andava gridando : — Grande e generosa è la Francia ; vedete, i suoi eserciti percorrono l'Europa: la Polonia e l'Ungheria sono salve: il Papa più non esiste... — Il povero pazzo aveva ordinato un carrozzone della ferrovia per andare a Parigi a parlare con l'Imperatore Napoleone III, e invece la sera del 20 marzo, accompagnato alla stazione, fu condotto al convento della Novalesa presso Susa, da poco tempo convertito in manicomio. Non lasciando egli alcuna speranza di guarigione, fu condotto a Quarto sul mare. Senza più ricuperare il senno moriva il 1° agosto 1866. (M. B. VI, 688-690).
FRASE BIBLICA. - Celebra il Signore, Gerusalemme.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Mettiamoci nelle mani di Dio con piena fiducia, preghiamo, e tutto andrà bene.
PREGHIERA DEL MESE: - Signore Iddio onnipotente, vi ringrazio dei lumi che la vostra parola ha portato alla mia mente, e degli affetti che mi ha destato nel cuore. Datemi grazia che essa produca in me un frutto centuplo, cosicché io riporti piena vittoria sulle mie cattive inclinazioni, e la mia fede divenga sempre più operosa, l'amore a voi sempre più infiammato ed efficace, la virtù sempre più perfetta e costante. Fate che io non mi contenti solamente di conoscere la vostra dottrina, ma con una fedeltà costante sino al termine della mia vita la metta in pratica. Così sia. (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Offri ogni giorno l'incenso della tua preghiera a Dio.
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