UN ANNO CON DON BOSCO

 

28° Gennaio

 

36) Quando è bene fare il segno della Croce? 

 

È sempre bene fare il segno della Croce, ma specialmente prima e dopo ogni atto di religione, prima e dopo  il cibo e il riposo, e nei pericoli dell'anima e del corpo. 

 

139. - Un segno di Croce. 

 

Don Bosco, invitato a pranzo presso una famiglia, nella quale non  si usava più fare il segno della Croce prima e dopo il cibo, cercò di dare  qualche lezione. Quando la famiglia si trovò a tavola, Don Bosco s'intrattenne un poco con un ragazzetto; poi disse:  — Adesso facciamo il segno della Croce, prima di metterci a mangiare. Lo sai il perchè?  — No, non lo so, — rispose il ragazzo.  — Te lo dirò io — riprese Don Bosco — in due parole: per  distinguerci dagli animali. Gli animali non hanno la ragione, perciò non  sanno che il cibo viene dal Signore, e che è suo dono; noi cristiani invece  lo sappiamo, quindi facciamo il segno della Croce in riconoscenza. Sai  poi che è facile morire; basta che un briciolo di pane o una spina di  pesce si ficchi in gola. Se noi prima pregheremo il Signore, Egli ci libererà da questi mali. Di' dunque con me: In nome del Padre e del Figliuolo e dello Sipirito Santo: Così sia.  Il padre e la madre si guardarono l'un l'altro e arrossirono. In  quella famiglia entrò la bella usanza di segnarsi prima e dopo il cibo.  (M. B. v, 327). 

 

140. - Come le bestie. 

 

Un giorno i parenti di Domenico Savio, distratti da alcuni schiamazzi, si posero senz'altro a desinare. — O papà, — disse l'attento Domenico, — non abbiamo ancora invocato la benedizione del Signore sopra  i nostri cibi ! — Ciò detto, cominciò egli stesso a fare il segno della  santa Croce e a recitare la solita preghiera.  Altra volta un forestiero, accolto in casa sua, si pose parimenti a  mangiare senza fare alcun atto dì religione. Domenico, non osando avvisarlo, si ritirò afflitto in un angolo della casa. Interrogato poi dai suoi  parenti intorno a tale novità, rispose. — Io non ho osato pormi a tavola  con uno che si mette a mangiare come fanno le bestie.  (S. G. Bosco, Vita di Domenico Savio, Capo 1).

 

141. - Una lezione all'antipasto. 

 

Un giorno Don Bosco fu invitato a un gran pranzo al quale doveva trovarsi col Vescovo, con molti preti e signori secolari costituiti in  dignità. Don Bosco, che era amico confidente con la maggior parte di  quei commensali, venne informato che in simili occasioni non si soleva  benedire la tavola, e come ciò cagionasse ammirazione a qualche pia  persona. Don Bosco, che di nulla temeva quando si trattava della maggior  gloria di Dio, pensò a uno scherzo che servisse di avviso. Suona l'ora  del pranzo; i convitati siedono a mensa e senz'altro è servito l'antipasto.  In questo mentre Don Bosco, che a bello studio entrava per ultimo, in  atto di scusare un ritardo increscevole, va al suo posto, recita il Benedicite a voce sommessa, ma chiara, e in fine rivolto a Monsignore e inchinando il capo, conclude: — Iube, domine, benedicere.  In quella sala regnò per un istante un profondo silenzio; e Monsignore sorridendo : — Questa ancora ci voleva, signor Don Bosco !  Il buon Vescovo, essendo poi rimasto solo con Lui, gli diceva : — È stata una buona lezione quella che ci ha data, e non cadrà dalla mia  memoria.  Di questo fatto tenne ricordo Don Bonetti nelle sue cronache, aggiungendo che Don Bosco nell'esortare i giovani ad essere franchi, ma  rispettosi e misurati nelle parole in ogni circostanza, soleva dire: — Bisogna farsi coraggio e ciò basta! (M. B. VI, 736-737). 

 

FRASE BIBLICA. - Grande in mezzo a noi è il re della gloria. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Bisogna che siam crocifissi con Gesù Cristo; la croce è la sua bandiera, è il suo stendardo; chi non la vuoi seguire, non è, degno suo discepolo.

 

PREGHIERA DEL MESE: - Signore Iddio onnipotente, vi ringrazio dei lumi che la vostra parola ha portato alla mia mente, e degli affetti che mi ha destato nel cuore. Datemi grazia che essa produca in me un frutto centuplo, cosicché io riporti piena vittoria sulle mie cattive inclinazioni, e la mia fede divenga sempre più operosa, l'amore a voi sempre più infiammato ed efficace, la virtù sempre più perfetta e costante. Fate che io non mi contenti solamente di conoscere la vostra dottrina, ma con una fedeltà costante sino al termine della mia vita la metta in pratica. Così sia. (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)

 

FIORETTO: — Fa un'opera di carità, corporale o spirituale.

 

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