UN ANNO CON DON BOSCO

 

14° Febbraio

 

63) Quale cura dobbiamo avere dell'anima?  

 

Dell'anima dobbiamo avere la massima cura, perchè essa è in noi la parte migliore e immortale, e solo salvando l'anima saremo eternamente felici. 

 

(...)

 

196. - L'unico scopo. 

 

Don Bosco ripeteva spesso che l'unico scopo della nostra vita  dev'essere di salvarci l'anima.  Un prete disse a Don Bosco nell'ottobre 1864:  — Io verrei tanto volentieri con lei a Torino, se mi accetta.  — E con quale intenzione verrebbe?  — Con quella di aiutarla in quel poco che posso.  — No: le opere di Dio non hanno bisogno dell'aiuto degli uomini.  — Io verrò e lei mi dirà ciò che dovrò fare.  — Venga unicamente per far del bene all'anima sua!  (M. B. VII, 796). 

 

197. - Salvi l'anima sua. 

 

Don Bosco si trovava a pranzo dal conte Camburzano, e tra gli  invitati vi era un generale a riposo. I pensieri religiosi non avevano mai  occupato di troppo il vecchio soldato, ed era quindi piuttosto freddo in  cose di pietà. Don Bosco, dopo aver ragionato a lungo sia col conte,  sia col generale, era per ritirarsi, allorché questi gli si avvicinò dicendogli :  — Mi dica qualche parola, che io riterrò in memoria della sua  visita.  — Oh, signor generale, — gli rispose accortamente Don Bosco,  — preghi per me, perchè il povero Don Bosco salvi l'anima sua.  — Io pregare per lei? — esclamò il generale, scosso da quell'inaspettata raccomandazione. — Piuttosto mi suggerisca qualche buon consiglio.  — Preghi per me ! — replicò Don Bosco. — Come ella ha visto,  tutti quelli che mi stanno intorno s'immaginano che io sia lì lì per 

essere messo sugli altari. E non intendono il loro inganno, e che io sono un poveretto. Deh! Almeno lei mi aiuti a salvarmi l'anima! — Ma insistendo il generale, Don Bosco conchiuse: — Il mio consiglio è questo: pensi anche lei a salvare l'anima sua! E quel consiglio produsse in quell'anima grandissimi frutti. Ed egli non tardò molto a mettere in sesto l'affare della sua salute eterna con una franchezza e assennatezza che furono l'ammirazione e la felicità di tutti i suoi amici. (M.B. V, 332-333)

 

198. - Perchè vestiti a festa? 

 

Alla domenica Margherita adattava alla persona dei suoi figli i vestiti più belli da festa, e diceva loro: — Sapete perché vi metto questi bei vestiti? Perché, essendo domenica, è cosa giusta che mostriate esternamente la gioia che deve provare ogni Cristiano in questo giorno, e poi perché desidero che la pulitezza dell'abito sia la figura della bellezza delle anime vostre. Che importerebbe aver bei vestiti, se poi l'anima fosse brutta per il peccato? Attendete dunque a meritarvi le lodi di Dio e non quelle degli uomini, che non valgono a niente altro, fuorché a farvi ambiziosi e superbi. (M. B. I, 72-73)

 

(..)

 

200. - Negozio d'anime. 

 

Domenico Savio, appena giunto all'Oratorio, si recò nella camera di Don Bosco per darsi intieramente nelle mani dei suoi superiori. Il suo sguardo si portò su di un cartello, sopra cui stava scritto: Da mihi anima, caetera tolle. Don Bosco l'aiutò a tradurle e cavar questo senso: Signore, datemi anime, e prendetevi tutte le altre cose. Savio pensò un momento, e poi soggiunse: — Ho capito; qui non c'è negozio di danaro, ma negozio di anime; ho capito: spero che l'anima mia farà anch'essa parte di questo commercio. — E senz'altro incominciò ad applicarsi con impegno allo studio e a tutti i doveri di pietà, dando splendidi saggi di virtù (M. B. V, 126).

 

201. - Salvare l'anima. 

 

A Roma, nel marzo del 1875, vedendo la costanza e pazienza di  Don Bosco nell'andare e venire inutilmente e tante volte da certe persone per ottenere qualche favore o qualche elemosina, il segretario gli  disse: — Oh, povero Don Bosco! Se si vedesse o si sapesse all'Oratorio quanto lei fatichi e sudi per ottenere qualche sussidio per arrivare  a capo di qualche affare, a vantaggio dei suoi figli!...  Ed egli : — Tutto per salvare questa povera anima mia... Per salvare questa povera anima nostra bisogna essere disposti a tutto... Guarda:  io non mi sento più nessun'altra inclinazione, se non a occuparmi, in  questi pochi anni che mi rimangono ancora di vita, nel sistemare gli affari della nostra Congregazione. Tolto questo, tutto il resto non ha più  per me nessuna attrattiva.  (M, B. XI, 118). 

 

202. - Tra i monelli. 

 

Tante e graziose sono le scene che i giovani provocano attorno al  loro amato prete buono. Ora fanno ressa i venditori di frutta o di fiammiferi: ora giocano con lui oppure gli richiedono medaglie della Madonna. A questi ripete sempre : — Mettetela al collo... ricordatevi che la  Madonna vi vuole un gran bene, e pregatela di cuore perchè vi aiuti.  In piazza Milano, Don Bosco è sempre fermato dai suoi cari monelli. Dopo di essi, in attesa di lepidezze, altri s'accostano. Il crocchio,  già numeroso e rumoroso, attira sempre più i curiosi: donnicciole, venditori, soldati, facchini e guardie persino ! La folla chiede il perchè dell'assembramento, e s'alternano le più stravaganti domande e risposte. Il  vociare confuso è interrotto dal grido dei giovani, che faticosamente vogliono imporre il silenzio. Quando tutti tacciono Don Bosco monta su un  rialzo e parla a quella gente meravigliata, che gli si stringe sempre più  intorno. La predica è popolare, ma semplice ed efficacissima. Da un episodio ameno, da qualche fatto storico, da esempi contemporanei e antichi  ricava massime profittevoli per gli uditori, i quali, al suo allontanarsi  ripetono: —. Don Bosco ha ragione: la prima casa è l'anima!  (M. B. III, 46-48). 

 

203. - Due domande. 

 

Don Bosco, cui stavano sempre a cuore i suoi alunni, scrivendo a  Don Alasonatti, indirizzava due domande a tutti quelli della casa, promettendo che avrebbe fatto un bel regalo a chiunque avesse saputo rispondere. Ecco le domande: 1) Che cosa importa aver Iddio data  all'uomo un'anima sola? 2) Come si chiama colui che non procura di  salvarla? (M. B. V, 512). 

 

204. - L'anima è tutto. 

 

Mentre Don Bosco tornava dalla sua ultima passeggiata, il 20 dicembre 1887, lungo il corso Regina Margherita, uno sconosciuto fermò  la carrozza. Era un buon signore di Pinerolo, allievo dell'Oratorio nei  primi tempi. Non è a dire quanto il servo di Dio lo incontrasse volentieri. Sapendo costui che Don Bosco sarebbe passato di lì, era andato ad  aspettarlo. Don Bosco gli chiese :  — Mio caro, come vanno le tue cose?  — Così, così, — rispose quegli. — Preghi per me.  — E di anima come stai?  — Procuro di essere sempre degno allievo di Don Bosco.  — Bravo, bravo, Dio ti ricompenserà; prega anche per me. — Ciò  detto, lo benedisse; ma nel congedarlo aggiunse ancora: — Ti raccomando la salvezza dell'anima. Vivi sempre da buon cristiano.  (M. B. XVIII, 469). 

 

FRASE BIBLICA. - Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Don Bosco diceva: — Se io mettessi tanta diligenza per il bene dell'anima mia quanta come ne metto per il bene altrui, potrei essere sicuro di salvarmi. Tutto darei per guadagnare il cuore dei giovani e regalarli al Signore. (M. B. VII, 250).

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, o Spirito di sapienza, ed istruite il mio cuore finchè io tenga sempre fisso innanzi agli occhi il mio ultimo fine, ed in tutte quante le mie opere io sia guidato da una buona intenzione. Fate che io ami e cerchi i beni della terra solamente in quanto sono utili all'anima mia, e necessari nei bisogni della vita presente. Concedete che io conosca sempre più e stimi i beni celesti. Insegnatemi anche la via di conseguirli con maggior sicurezza e di possederli eternamente. Così sia. Pater noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)

 

FIORETTO: — Nelle tentazioni rinnova il pensiero della presenza di Dio: Dio mi vede.

 

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