UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

26° Marzo

 

GESU' E BARABBA

 

Ora egli era solito il preside di liberare nel dì solenne quel prigioniero che fosse più loro piaciuto. Ed egli aveva allora un prigioniero famoso chiamato Barabba. Essendo essi dunque adunati, Pilato disse: Chi volete che metta in libertà? Barabba o Gesù chiamato il Cristo? (S. Matt., XXVII, 15). 

 

1° Preludio. Ecco una delle scene più dolorose della Passione. Tutto un popolo impazzito dall'odio preferisce a Gesù un ripugnante delinquente chiamato Barabba. 

 

2° Preludio. O Gesù, vorrei consolare il vostro Cuore con il mio amore: l'ho fatto così poco e così male finora...

 

1° PUNTO: Gesù paragonato a Barabba. — Pilato presenta dunque al popolo Gesù e Barabba. Eccoli tutti e due in piedi. Che confronto ingiurioso per nostro Signore! Consideriamo questo miserabile al fianco di Gesù. E' là nella sua attitudine vile ed insolente: i suoi lineamenti esprimono gli istinti più grossolani: è un capo banda, un ladro, un agitatore, un assassino: è il terrore dei ricchi e dello Stato. Il suo arresto è stato un sollievo per tutti. Gesù invece ha tutta la bellezza e l'incanto della santità. E' il Figlio unigenito del Padre eterno. Lui solo è giusto in mezzo alla folla dei peccatori, è la santità stessa: è il grande benefattore dell'umanità. Egli ha seminato i miracoli, ha guarito le miserie spirituali e corporali di questo popolo; si è offerto a tutti gli oltraggi per la nostra salvezza. Ma come mai Pilato poteva mettere a confronto Gesù che egli stesso aveva riconosciuto innocente, con Barabba, e presentarlo al popolo come un colpevole che ha bisogno d'essere graziato: « Quale volete che io vi liberi? ». E questo popolo insensato preferisce Barabba! Ohimè! non ho anch'io molte volte preferito a Gesù creature assai indegne del mio affetto? Signore, non mi rifiutate il perdono. La misericordia del vostro divin Cuore ne sarà glorificata. 

 

2° PUNTO: Barabba preferito a Gesù. — Questo popolo è stato il testimonio quotidiano dell'innocenza di Gesù: l'ha già acclamato, osannato, ha riconosciuta la risurrezione di Lazzaro; ha vedute molte guarigioni; ha intesa la divina dottrina così pura e così elevata. Allora si dicevano l'un l'altro: Nessuno parla bene come questo uomo. E tutti sapevano che egli aveva seminato ovunque benefici attraverso la Galilea e la Giudea. Infatti è lui che ha realizzato le profezie, ha provata la sua missione con miracoli, che ha potuto richiamare la profezia d'Isaia: «I ciechi vedono, i sordi ascoltano, i poveri sono evangelizzati» (S. Matteo XI, 5). In quello stesso giorno Pilato ed Erode ne hanno riconosciuta l'innocenza. Ed intanto tutto questo popolo grida: «No, non liberate costui, ma liberate Barabba». Ma come si è potuto giungere a tanto? Alcuni agiscono per malizia, per odio e per gelosia. «Pilato sapeva che i principi dei sacerdoti avevano consegnato Gesù per gelosia». Altri poi sono sedotti, ingannati dalle calunnie dei farisei: «I principi dei sacerdoti e gli anziani eccitavano la folla a domandare la liberazione di Barabba». Non ritroviamo circostanze analoghe nella vita politica contemporanea? Molti non osano fare diverso da quello che vedono fare dalla maggioranza e agiscono per debolezza, per rispetto umano; altri, per leggerezza, si lasciano trascinare, e senza riflettere gridano come sentono gridare, e non si rendono conto di quel che dicono: «Tutta la folla grida nello stesso tempo: Ritenete Gesù e liberateci Barabba». Non ho ceduto anch'io molte volte alla corrente generale? Non sono vittima della tiepidezza dell'ambiente? Come raramente ho fatto professione di carattere, di volontà personale, di fermezza nel dovere! O Gesù, dite a vostro Padre che io non sapevo quello che facevo. 

 

3° PUNTO: L'amore di Gesù per noi ed il suo esempio. — Non appoggiamoci sulla stimia del mondo; oggi egli ci acclamerà e domani ci metterà in croce. Confidiamo nell'amore di nostro Signore; noi abbiamo una nuova prova di questo amore in tutti gli oltraggi e tutte le umiliazioni che egli ha voluto sopportare per noi. E' veramente un amore senza limite che ci ha mostrato in tutta la Passione, e noi fino a quando avremo un cuore duro ed insensibile? Se siamo insultati e disprezzati dal mondo, sopportiamo tutto umilmente. Nostro Signore è qui a darcene l'esempio. Egli era giusto, eppure taceva. Noi che siamo colpevoli non potremo soffrire qualche cosa per espiare le nostre colpe? Imitiamo la pazienza, la dolcezza, la rassegnazione del Cuor di Gesù. Che importa se il mondo ci odia e ci sprezza quando Dio è contento di noi, e ci accorda la sua protezione ed il suo amore paterno? Non crediamoci molto innocenti, e non indignamoci contro i Giudei. Ohimè! non abbiamo fatto molto sovente come loro? Non abbiamo preferito Barabba a Gesù Cristo, il demonio ed i suoi satelliti al Figlio di Dio, una vile soddisfazione ad un atto di virtù? Quando commettiamo il peccato preferiamo la creatura a Dio, e, molte volte, quale creatura? Dio dice in Isaia: «O popolo mio, a chi mi hai confrontato quando mi hai posposto agli idoli?» (XLVI, 5). 

 

Risoluzioni. — Non vedo proprio niente di consolante in questa folla. Pilato e questo popolo non mostrano che debolezza e malizia. Ma ohimè! io li ho troppe volte imitati. Gesù solo è degno del mio amore. Egli è paziente, è dolce, e si sacrifica per mio amore. Che farò per lui? Sarò più fedele nell'amarlo praticando quotidianamente il raccoglimento e l'unione al Cuor di Gesù. 

 

FIORETTO: - Fa pace con tutti, di' spesso con fiducia: Sacro Cuor dì Gesù, confido in Voi.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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