UN ANNO CON IL SACRO CUORE
30° Marzo
CRUCIFIGATUR!
Da qui in poi cercava Pilato di liberarlo: ma i Giudei alzarono le grida dicendo: Se liberi costui, non sei amico di Cesare. Pilato dunque sentito questo discorso menò fuori Gesù... e disse ai Giudei: Ecco il vostro Re. Ma essi gridavano: Togli, togli, crocifiggilo (S. Giov., XIX, 12).
1° Preludio. L'odio non ragiona. Questi giudei non hanno che un grido: Crocifiggilo.
2° Preludio. Signore, anch'io non avrò che un grido: Amatelo, glorificatelo, proclamate la sua regalità.
1° PUNTO: Durezza ed empietà dei Giudei. — Per questi cuori induriti non vale nè la giustizia nè la pietà. Pilato presenta loro il Salvatore sofferente ed umiliato: crede di guadagnarli alla compassione e di persuaderli che egli è inoffensivo, e che non ha l'attitudine di un rivoluzionario. Che cosa rispondono? I sacerdoti ed i servi s'uniscono nell'espressione dell'odio più basso e gridano a gara: Crocifiggilo, crocifiggilo! — Ma io non trovo delitto in lui, dice Pilato. — Egli ha bestemmiato, rispondono, si è dichiarato Figlio di Dio. Secondo la nostra legge deve morire! — Pilato, inorridito, interroga Gesù, e cerca ancora di salvarlo. Ma i Giudei gridano più forte: « Se lo liberi non sei amico di Cesare, poichè egli si dichiara re ». Pilato tenta di commuoverli con l'ironia; chiama Gesù, e lo presenta loro un'altra volta: « Ecco il vostro Re ». Sempre lo stesso grido: « Prendilo e crocifiggilo ». Allora Pilato si lava le mani per indicare che egli declina ogni responsabilità circa questo crimine. Ma essi ne assumono tutta l'odiosità, e dichiarano di accettare la responsabilità del sangue versato. Nè pietà, nè giustizia. Io non manifesto così grossolanamente questi sentimenti, ma non ve n'è una certa dose in tutte le mie mancanze, in tutti i peccati di cui mi rendo colpevole?
2° PUNTO: Il disegno misericordioso del cielo. — Caifa era stato profeta quando aveva detto: «E' giusto che un uomo muoia per il suo popolo». Egli non capiva il vero senso della profezia sua; ma la santissima Trinità voleva proprio che un uomo morisse per il popolo, e che questo uomo fosse un Uomo-Dio, affinché Dio ricevesse una riparazione adeguata, e che il cielo fosse riaperto agli uomini di buona volontà. Nostro Signore lasciò comprendere a Pilato che la sua morte rispondeva ad un disegno del cielo, e Pilato poi, avendo inteso che Gesù si dichiarava Figlio di Dio, fu percosso da un terrore segreto. Aveva ben notato che Gesù non era un uomo ordinario. Rientrato quindi nel pretorio l'interrogò di nuovo. — Di dove sei tu? Del cielo o della terra? — Gesù non rispose. Pilato, sorpreso, insistette: — Tu non mi vuoi rispondere? Ignori forse che io ho il potere di farti rimettere in libertà o di farti crocifiggere? — Tu non avresti su di me nessun potere, gli risponde Gesù, se non ti fosse stato dato dall'alto. — In altri termini: Il Padre ha i suoi disegni per lasciarti agire, perchè la mia morte è necessaria per la salute del mondo; questo però non diminuisce la colpevolezza di chi mi ha consegnato al popolo. Pilato ed i Giudei non sono quindi che strumenti. Sono colpevoli, è vero, ma Dio permette questo delitto, perchè il sangue del Salvatore abbia a riscattare il mondo. Anche in questo mistero che ha lati così rattristanti, noi troviamo dunque un motivo d'amore e di ringraziamento verso Dio e verso nostro Signore. E' per nostro amore che l'Eterno Padre ed il suo divin Figlio hanno permesso questo dramma spaventoso della condanna di Gesù. Anche il Cuor di Gesù gridava: Crucifigatur!
3° PUNTO: Pronunciamo il crucifigatur contro la perversa natura, il mondo e le passioni. — Gesù ascolta volentieri questo crucifigatur che noi dobbiamo pronunciare contro le nostre passioni e contro la nostra natura corrotta. Ogni giorno ci tocca subire gli assalti della pigrizia, della vanità, della sensualità: ripetiamo quindi incessantemente: crucifigatur! crucifigatur! Mediante la modestia, la regolarità, la mortificazione quotidiana crocifiggiamo la nostra carne, i nostri sensi così profondamente inclinati al peccato. Vi è una mortificazione preservatrice che ci rende padroni di noi stessi soggiogando la natura e le sue inclinazioni. Vi è anche una mortificazione riparatrice, la quale accetta le prove e le umiliazioni per cancellare le nostre colpe e per ottenere la salvezza del prossimo. Nostro Signore ce ne ha dato l'esempio: Egli accetta le persecuzioni, le derisioni, le calunnie, per consolarci nelle prove, per incoraggiarci e per insegnarci anche che la pazienza ha, davanti a Dio, un gran valore. «La pazienza, dice san Paolo, è la prova, ma la prova prepara la speranza» (Ai Rom. V, 4). Nostro Signore ha voluto essere giudicato, condannato e cadere vittima della giustizia umana, per insegnarci il disprezzo delle false accuse, delle derisioni, dei giudizi falsi e temerari. Sono tutte prove che diventano anche speranze e sorgenti di grazie, se noi le sopportiamo in spirito di fede.
Risoluzioni. — Il crucifigatur di Gesù è la mia salute ottenuta con la pazienza, con le sofferenze, con le espiazioni, con l'amore del suo Cuore. Il crucifigatur della mia natura perversa è ancora la salvezza ottenuta con il sacrificio, con la mortificazione, con la pazienza. Ringrazierò nostro Signore per la sua adorabile pazienza che è la mia salvezza e l'esempio che devo seguire.
FIORETTO: - Bacia le piaghe di Gesù e digli : O mio Gesù, per il tuo sangue, per la tua morte, salva l'anima mia.
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