UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

31° Marzo

 

FINE DEL MESE DI SAN GIUSEPPE

 

Gesù cominciava ad avere trenta anni, ed era creduto figlio di Giuseppe (S. Luca, III, 23). 

 

1° Preludio. S. Giuseppe è stato unito a Gesù in vita ed in morte. E' questa la sua felicità e la sorgente della sua grande santità. 

 

2° Preludio. Signore, datemi la grazia di vivere in unione al vostro Sacro Cuore ed alla vostra santa Madre.

 

1° PUNTO: La santità di San Giuseppe l'ha preparato a venire eletto a custode di Gesù e di Maria. — Egli era giusto e buono, l'Evangelo ce lo dice. Quando s'accorse della maternità di Maria, credette di doversi separare da lei, ma non volle denunciarla. Non capiva, ma non voleva ne giudicare, nè accusare. La sua prudenza e la sua delicatezza furono ricompensate. L'angelo della Sacra Famiglia venne a spiegargli che si trattava del mistero profetizzato da Isaia: « Una vergine darà alla luce un figlio, il quale sarà il salvatore dei suo popolo ». San Giuseppe era quindi scelto per essere il custode del Messia e della Madre sua. Da quel momento Giuseppe non guardò più Maria che sotto un aspetto solo, quello di Madre del Redentore: e la venerazione per lei aumentò con la tenerezza. Questa scelta di Dio è stata popolarizzata nell'arte cristiana con una deliziosa leggenda. La Vergine Maria doveva essere maritata, quando abbandonò il Tempio; secondo le usanze, il sommo sacerdote aveva convocato la famiglia di lei. I giovani ed i celibi si presentarono tutti per chiedere Maria in sposa; ma quale sarebbe stato il prescelto? A chi si poteva dare Maria per sposa? Il sommo sacerdote vide il bastone di san Giuseppe sbocciare in un meraviglioso giglio bianco: allora a lui destinò Maria. Il fondo della leggenda è vero. Se il sommo sacerdote non vide il fiore bianco, ed è ciò che la storia può mettere in dubbio, Dio e gli angeli videro la purezza di san Giuseppe fiorire come un bellissimo giglio bianco. 

 

2° PUNTO: San Giuseppe visse nell'unione intima di Gesù e di Maria. — Dopo questo intervento angelico, san Giuseppe non fece più un passo senza Gesù e Maria, ed è appunto per questo il modello perfetto della santità. Gesù e Maria sono l'oggetto unico del suo affetto, della sua sollecitudine, della sua attenzione, delle sue cure. Non li abbandona mai più, non vive più che per loro, sembra abdicare addirittura la sua personalità. Il Vangelo non cita una parola di lui. Ancor più di san Paolo egli può dire: «Io vivo, ma non son io che vivo, è Gesù, e Maria, che vivono in me» Li accompagna al Tempio, in Egitto, a Nazareth. Quando non sa più che fare per loro, domanda a Dio il modo di comportarsi, e per mezzo dell'angelo Dio gli risponde: «Prendi il Fanciullo e la Madre sua e conducili qui, o conducili là». E poi Giuseppe prega per loro, mangia con loro, riposa con loro, soffre con loro, lavora per loro. Il pensiero di san Giuseppe, l'amore di san Giuseppe, la sollecitudine di san Giuseppe; la vita di san Giuseppe, sono loro, sempre loro. Ecco che un giorno egli perde Gesù: allora non può più vivere, va, cerca, piange; bisogna che lo ritrovi. San Paolo ha detto: «La mia vita è il Cristo». Ma ben più a ragione san Giuseppe ha potuto dire: «La mia vita è tutta di Gesù e di Maria». San Paolo ha detto anche: «Io non conosco che una cosa sola, ed è Gesù crocifisso» (I ai Cor. I). San Giuseppe poteva dire: «Non conosco che una cosa, non gusto che una cosa, non amo che una cosa, e questa cosa è Gesù, questa cosa è Maria in tutti i loro misteri ed in tutta la loro vita». Dio ha voluto, dice san Paolo, che il Cristo fosse tutto nostro (Ai Col. III, 11). Ma chi, meglio di san Giuseppe, ha realizzato questo desiderio divino? Gesù e Maria sono stati tutto, assolutamente tutto per lui. Che lezione d'intima unione a Gesù ed a Maria! Quando sarò anch'io tutto, tutto di Gesù e di Maria? Quando mi darò interamente a loro per vivere per loro, in loro e con loro? 

 

3° PUNTO: San Giuseppe è morto fra le braccia di Gesù e di Maria. — Dopo essere stato il modello di una vita santa, S. Giuseppe è stato pure il modello di una santa morte, per cui è il patrono e dell'una e dell'altra. La sua vita doveva essere tutta nascosta e modesta. Non aveva da compiere nessuna missione pubblica: e, dolcemente, alla vigilia della missione pubblica di Gesù, egli disparve. S'addormentò sotto gli sguardi di Gesù e di Maria. Nella tradizione, e nel senso cristiano egli è rimasto il protettore della buona morte. L'arte cristiana ha poetizzato questa morte cosi invidiabile. Maria è al suo capezzale; Gesù lo benedice, e gli dice arrivederci, ed egli scende al limbo ad avvertire i patriarchi della loro prossima liberazione. La Chiesa non ha le sue reliquie; la tradizione dice che è in cielo in corpo ed anima. Alla morte di Gesù il suolo tremò, i monti s'apersero, le tombe si scopersero, ed i corpi di molti santi che dormivano risuscitarono. Usciti dalle loro tombe, dopo la risurrezione di Cristo, essi vennero in città ed apparvero a molti (San Marco XXVII, 51). E chi era più santo di san Giuseppe? Egli fu evidentemente nel numero dei risuscitati. Ma sarà poi rientrato nella tomba? Chi lo potrebbe credere? Il suo corpo così puro aveva forse bisogno d'aspettare la fine dei tempi? Gesù e Maria potrebbero vivere, senza dispiacere, lontani da lui? Egli è in cielo in anima e corpo, per intercedere per noi. E' il patrono della buona morte e il protettore della santa speranza nella risurrezione finale. 

 

Risoluzioni. — O grande Santo, voi siete inseparabile da Gesù e da Maria; se io amo loro, come non amerò voi dunque? Sì, io sono vostro, voglio pensare a voi molto, molto sovente. Io sono unito a Gesù, ma Gesù non è separato dalla santa Famiglia: fatemi pio, giusto e puro a somiglianza vostra; fatemi divoto di Gesù e di Maria, e consacrato ai loro cuori che erano i modelli del vostro. 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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