UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

25° Aprile

 

SAN MARCO EVANGELISTA 

 

E disse loro: Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutti gli uomini. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, chi non crederà sarà condannato. E questi sono i miracoli che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni e parleranno lingue nuove (S. Marco XVI. 15). 

 

1° Preludio. S. Marco si è unito agli apostoli per predicare l'evangelo, ed ha prodotto frutti immensi di salute. 

 

2° Preludio. Grande santo, fatemi parte della vostra fede, delle vostre virtù, del vostro amore per nostro Signore. 

 

1° PUNTO: Preparazione. — San Marco era ebreo d'origine e della stirpe sacerdotale d'Aronne. Era della Galilea, patria di san Pietro, di cui fu l'interprete ed il compagno. Aveva fatto parte dei settantadue discepoli, ma al dire di sant'Epifanio si era ritirato con molti altri, quando nostro Signore aveva detto: «Se voi non mangiate la mia carne, non avrete la vita in voi». Ma san Pietro lo convertì, e lo ricondusse a Gesù Cristo dopo la risurrezione. Unitosi a san Pietro restò sempre penitente come lui. Nella prima epistola san Pietro lo chiama figlio (V, 13). Seguendo il capo degli apostoli nei viaggi apostolici, gli servì d'interprete, da segretario e da catechista. L'accompagnò a Roma, e dopo le predicazioni dell'apostolo, la folla domandava a san Marco spiegazioni e note. Fu questa l'origine del suo Vangelo. D'altra parte egli si servì di quello di san Matteo o d'una raccolta primitiva di discorsi del Salvatore, da cui anche san Matteo si era ispirato. San Marco scrivendo sotto la direzione di san Pietro, tiene conto dell'umiltà del Maestro, e racconta lungamente il triplice rinnegamento dell'apostolo, e non cita ciò che nostro Signore disse lodando il Principe degli apostoli, allorchè questi l'ebbe riconosciuto per il Figlio di Dio. 

 

2° PUNTO: Zelo ed apostolato. — San Pietro l'inviò a predicare ad Aquileia, che era allora una città considerevole, ed ivi fondò una chiesa importante, d'onde l'origine del culto così ardente che i veneziani hanno ancora per lui. Ma il campo principale del suo apostolato fu l'Africa: predicò in Cirenaica, in Abissinia, in Egitto e dappertutto con un successo prodigioso. La sua grande fede moltiplicava i miracoli; rendeva la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la salute agli ammalati. Ad Alessandria d'Egitto si formò una bella cristianità; le chiese erano state fin allora abbandonate; i fedeli cominciarono a riunirsi per lodar Dio e a dividere il fervore e lo zelo del Santo Evangelista. Di qui nacque l'importanza che prese questa chiesa fin dai primi secoli ed il posto che aveva fra le cristianità come fondata da san Pietro e dal compagno d'apostolato. San Marco non lasciò solamente ad Alessandria cristiani, ma anche asceti. I discepoli imitarono il distacco dei primi cristiani di Gerusalemme, e si abbandonarono alla penitenza ed allo spirito di sacrificio. Ecco l'origine del coraggio eroico dei numerosi martiri d'Alessandria e la generosità meravigliosa dell'illustre regione tebana, che si lascerà decimare ed immolare per la fede. Ed ecco anche la ragione di questo trasporto, unico al mondo, di anime ardenti per le solitudini della Tebaide, sotto la guida degli Antoni, dei Paoli, dei Pacomi, degl'Ilarioni. Dal frutto si giudica l'albero: fu san Marco che seminò in Egitto l'amore della virtù, del sacrificio, della riparazione.

 

3° PUNTO: Il suo amore per nostro Signore. — San Marco amava nostro Signore senza riserva, egli era maturo per il martirio: i successi ed i progressi della fede esasperavano i pagani ed in particolare i sacerdoti di Serapide. Essi s'impadronirono di san Marco durante la solennità di Pasqua dell'anno 68. Gli fecero subire per due giorni un orribile supplizio, facendolo trascinare con corde sopra il terreno pietroso del sobborgo di Burole; ma l'amore è più forte della morte, e il santo benediceva allora nostro Signore, e lo ringraziava di averlo giudicato degno di soffrire per suo amore. Durante la notte che separa le due giornate di tortura, il santo venne confortato da visite celesti. Primo fu un Angelo che gli disse: «Marco, servo di Dio, capo dei ministri del Cristo in Egitto, il tuo nome è scritto nel libro della vita, e le potenze celesti verranno ben presto a cercarti per condurti al cielo». Poi nostro Signore stesso gli apparve com'egli lo aveva conosciuto in Galilea: «La pace sia con te, Marco, nostro evangelista» gli disse; poi scomparve. Questa parola d'incoraggiamento bastò. San Marco fu nuovamente trascinato e lacerato dalle pietre, mentre benediceva Dio. Spirò ripetendo le ultime parole del divin Maestro: «Dio mio, nelle vostre mani rimetto lo spirito mio». 

 

Risoluzioni: — Che bell'esempio di zelo, di penitenza, di riparazione e d'amore verso il buon Maestro. Ed io, a che punto mi trovo? La mia fortezza deve essere nell'unione con nostro Signore, col suo divin Cuore. Voglio credere in quest'unione e cercarla incessantemente. 

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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