UN ANNO CON IL SACRO CUORE
4° Settembre
ISTITUZIONE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Venne Gesù, e stette in mezzo; e disse loro: Pace a voi. E detto questo, mostrò loro le sue mani e il costato. Si rallegrarono pertanto i discepoli a vedere il Signore. Disse loro di nuovo Gesù: Pace a voi. Come mandò me il Padre anche io mando voi. E detto questo soffiò sopra di essi, e disse: Ricevete lo Spirito Santo: saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete, e saranno ritenuti a chi li riterrete (S. Giov., XX, 19).
1° Preludio. Gesù mostrò agli apostoli le sorgenti dei sacramenti, le piaghe e il costato, poi promulgò il sacramento di penitenza.
2° Preludio. Signore, datemi la grazia di approfittare seriamente di questo dono del vostro divin Cuore.
1° PUNTO: Istituzione del Sacramento. Gesù apparve mentre gli apostoli erano riuniti, ed al vederlo essi si colmarono di gioia. Ma qualcuno conservò qualche dubbio. Egli disse loro: La pace sia con voi! Non turbatevi, sono io; guardate le mani, i piedi trapassati dai chiodi, il costato aperto: non sono un fantasma e per dimostrarvelo voglio fermarmi a mangiare con voi». Essi gli offersero pane con pesce fritto e miele. Egli ne mangiò, e riprese: «La pace sia con voi! Come il Padre ha inviato me, io invio voi.» cioè per lo stesso fine, per la salvezza, degli uomini, con un'autorità soprannaturale per il governo della Chiesa, e nelle stesse condizioni di vita: la pratica delle virtù, la predicazione, la penitenza, il sacrificio, e, all'occorrenza, il martirio; infine con la stessa prospettiva dell'eterna ricompensa. Poi Gesù parlò del Regno di Dio, cioè della Chiesa e dei, sacramenti, e conferì loro il potere preciso di rimettere i peccati. Soffiò sopra di loro per indicare la missione visibile dello Spirito Santo, e disse loro: «I peccati saranno rimessi a quelli ai quali voi li rimetterete, e saranno ritenuti a quelli ai quali li riterrete». Voleva dire dar loro il diritto di conoscere i peccati, di considerarne la gravità, di giudicare delle disposizioni delle anime e di perdonare. Gli apostoli avevano appena toccato il costato di Gesù, ed ora ne toccavano con il dito il Cuore morale, la bontà; la misericordia.
2° PUNTO: Il potere delle chiavi e la parabola del perdono delle ingiurie. — Nostro Signore aveva già dato a san Pietro il supremo potere di legare e di sciogliere, come ricompensa della sua fede ammirabile: «Tu sei Pietro, gli aveva detto, e su questa pietra fonderò la Chiesa, e io ti darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che tu legherai sulla terra sarà legato anche in cielo». E questo valeva per affidargli in una volta la suprema autorità del legislatore e la suprema giurisdizione del tribunale di misericordia (S. Matt. XVI). Più tardi nostro Signore indica agli apostoli che questo potere passerà da san Pietro a tutti loro: «In verità vi dico, tutto ciò che voi legherete sulla terra, sarà pure legato in cielo: e tutto ciò che voi scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo». Pietro rimane il canale unico e sacro per il quale discende dal cielo, e si moltiplica nella Chiesa, il potere di legare e sciogliere. Promettendo in questo modo il perdono ai peccatori, nostro Signore è tutto compreso di misericordia, e ratifica già nel suo Cuore i milioni e milioni di assoluzioni che i suoi ministri pronunceranno nel corso dei secoli. E su quale altro argomento potrebbe ora intrattenere i suoi apostoli, se non sul perdono delle ingiurie? Il suo Cuore straripa per questo spirito di perdono, e ne è ripieno come un abisso. Egli parla su questo tema, ascoltiamolo. «Signore, dice san Pietro avvicinandosi a Gesù, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Sette volte?» (San Pietro crede proprio di essere molto generoso.) — «Io non dico fino a sette volte, gli risponde Gesù, ma settanta volte sette» (cioè all'infinito). — Poi il buon Maestro espone la parabola della remissione dei debiti: «Un re volle regolare i conti con i servi. Gliene presentarono uno che gli doveva dieci mila talenti (parecchi milioni di lire). Costui non aveva di che pagare, e il re ordinò che venisse venduto lui, la moglie, i figliuoli e tutto ciò che aveva. L'infelice chiese grazia, e il re impietosito lo rinviò libero, e gli perdonò il debito. «Ma ecco che costui si mostrò subito intrattabile con un amico che gli doveva la piccola somma di cento danari. Il re lo fece chiamare e gli disse: "Servo iniquo, per la tua preghiera io ti ho perdonato tutto il debito, non dovevi tu essere altrettanto indulgente verso il suo compagno?». E lo condannò. O Gesù, io vi devo diecimila talenti e anche più: rimettetemi questo debito poichè voi siete un buon Padrone.
3° PUNTO: Il ministero della riconciliazione. — San Paolo ha molto bene chiamato il ministero sacerdotale ed apostolico il ministero della riconciliazione. Dice che, in sostanza, il Cristo ha riconciliato il mondo con il divin Padre mediante il sacrificio della vita sua, che per applicarci i frutti di questo sacrificio ci ha affidata la parola di riconciliazione. E questa parola gli apostoli e i sacerdoti la pronunciano, sia predicando il Cristo e la penitenza, sia amministrando i sacramenti, e particolarmente il battesimo e la penitenza. Ascoltiamo il grande Apostolo: «Se alcuno pertanto è in Cristo, egli è nuova creatura: le vecchie cose sono passate: ecco che tutte le cose sono rinnovate. «Ma il tutto da Dio, il quale ci ha a sè riconciliati per Cristo, ed ha dato a noi il ministero della riconciliazione. «Facciamo dunque le veci di ambasciatori per Cristo, quasi esortandovi Dio per mezzo di noi. Vi scongiuriamo per Cristo, riconciliatevi con Dio. «Il quale fece per noi peccato colui, che non conobbe peccato, affinchè noi diventassimo in lui giustizia di Dio» (II Cor. V, 17).
Risoluzioni. — Signore, esercitate la misericordia sopra la mia povera anima. Io vengo come il figliol prodigo a confessarvi i peccati. Con Davide, io grido misericordia. I peccati mi sono sempre davanti agli occhi. Perdonatemi, purificatemi. Miserere me, Deus.
FIORETTO: — Recita adagio e di cuore le tue preghiere.
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