UN ANNO CON IL SACRO CUORE
22° Dicembre
L'ORAZIONE
State allegri sempre nel Signore: lo dico per la seconda volta, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente; ma in ogni cosa siano manifestate a Dio le vostre richieste per mezzo dell'orazione e delle suppliche unite al rendimento di grazie (Ai Filipp, IV, 4).
1° Preludio. La Chiesa ci fa leggere prima di Natale questa esortazione di S. Paolo alla gioia spirituale ed alla letizia.
2° Preludio. Signore, insegnatemi ancora a ben pregare.
1° PUNTO: Orazione d'amore e di riparazione. - Noi dobbiamo arrivare alla vita interiore, cioè a quell'unione permanente che fa vivere Gesù nei nostri cuori e i nostri cuori in Gesù. L'orazione, la preghiera, le giaculatorie sono i mezzi per abituarsi a pensare a nostro Signore e ad unirsi a lui. Quest'abitudine verrà facilmente se la si anima un poco, se si prova per Lui un affetto reale. Il suo nome viene facilmente sulle labbra di coloro, di cui egli riempie i cuori. Egli desidera d'essere amato, e desidera che glielo si dica, e che gli si domandi ciò di cui si ha bisogno, poichè questo è un segno di confidenza; finalmente egli desidera di venir ringraziato dei benefici ricevuti, essendo anche la riconoscenza una forma dell'amore. I santi mettevano la loro felicità nell'indirizzare a nostro Signore frequenti invocazioni tutte ardenti d'amore. Si legga la storia di san Francesco d'Assisi, di santa Teresa; di santa Caterina da Siena, e ci si vedrà come le fiamme d'amore che ne bruciavano i cuori sfuggivano dalle loro labbra in invocazioni frequenti, come: «Gesù, tu sei il mio amore» — «Gesù, dammi la grazia di morire d'amore per te» — «O Gesù, dammi la grazia d'amarti sempre più». Chi ama veramente nostro Signore; non può mai saziarsi di ripetergli l'amore: è per lui un bisogno così imperioso che soffre di non poter esprimere questo amore come vorrebbe. Ma è necessario aspettare di sentire in se quest'amore ardente per darsi alla pratica di tali giaculatorie? No, questa pratica stessa, contratta prima con il solo desiderio d'amare nostro Signore, conduce rapidamente ad amarlo. Questi tratti d'amore lo commuovono, e Gesù vi risponde con le grazie. E come non risponderebbe con grazie d'amore a quelli che gli chiedono la grazia d'amarlo? Gli si domanda ciò che egli desidera più ardentemente di concedere: egli non desidera nulla quanto d'amarlo; si fa mendicante per avere l'amore di un Cuore: «Figlio mio, dice, dammi il tuo cuore» «Pietro, mi ami tu?» — Questi slanci dell'anima tutta ardente d'amore per lui, gli sono graditissimi. Anche il lamento di un'anima che geme di non amare nostro Signore come vorrebbe, tocca molto profondamente il suo cuore, e lo inclina versa di lei. L'orazione di riparazione e d'ammenda onorevole per noi e per gli altri, è anche una bella formula dell'amore. Queste orazioni mantengono l'anima in unione a nostro Signore; in quell'unione dei cuori con il suo che egli desidera tanto d'ottenere. Ed è per ottenerla che vuol spandere il regno del suo Cuore. Con queste giaculatorie ripetute si vive in un commercio famigliare con lui, si conduce veramente la vita interiore che egli domanda a coloro che gli sono consacrati, e che consiste nel pensare abitualmente a lui, nel riempire lo spirito, il cuore, le facoltà di lui e dell'amore per lui.
2° PUNTO: Preghiera di domanda. — La preghiera tuttavia non si deve limitare agli sfoghi ardenti dell'amore. E' pure con l'orazione che si domanda a nostro Signore la grazia di sopportare le sofferenze. Un «Fiat voluntas tua» sfuggito dal cuore nel mezzo d'una crudele sofferenza, è un'orazione di altissimo prezzo agli occhi di nostro Signore. E' appunto in mezzo alle prove che si sente più vivamente il bisogno di trattenersi con nostro Signore, di dirgli le proprie pene, di domandargli la forza. Uno slancio del cuore stabilisce subito questa comunicazione intima con il Cuore di Gesù. E' la pratica dei santi. Essi non tardavano ad invocare nostro Signore per timore che egli non tardasse poi a soccorrerli. Le anime che professano di vivere nella devozione del Cuore di Gesù devono prendere quest'abitudine che è essenziale alla vocazione d'amici e di consolatori del Cuore di Gesù.
3° PUNTO: Preghiera di gratitudine. — La preghiera serve anche ad esprimere la riconoscenza per i benefici che si ricevono. Se abbiamo ricevuto soccorso in un bisogno pressante, se abbiamo vinta una tentazione o trionfato di una difficoltà, se abbiamo avuto qualche successo in un'impresa di ordine spirituale o di ordine temporale lasceremo passare quest'occasione senza manifestare riconoscenza a nostro Signore? Chi ama veramente Gesù Cristo lo unisce talmente a tutto ciò che fa, che non ha bisogno di riflettere e di ragionare per dirgli tutta la riconoscenza del cuore. I santi poi andavano più lontano: essi ringraziavano Dio anche degli insuccessi, perchè vi vedevano una prova voluta o permessa da nostro Signore per tenerli nell'umiltà: Quest'abitudine deve divenirci così naturale che le stesse labbra devono mormorare da sole una parola affettuosa per il Salvatore. E' il consiglio del Signore: «Bisogna pregare sempre» (San Luca XVIII). Bisogna pregare con lo spirito, con il cuore e con le labbra. Si prega con lo spirito quando si pensa a nostro Signore, di cuore quando lo si ama, di labbra quando glielo si dice (I Cor. XIV). Nostro Signore prega lui stesso in noi: In quo clamamus: Abba Pater. La grazia ci aiuterà, se noi vi corrisponderemo. «Noi non potremmo pregare utilmente da noi» (II Cor. III, 5).
Risoluzioni. — Pregherò sempre; prenderò l'abitudine delle giaculatorie, degli atti d'amore, di riparazione, di domanda, di ringraziamento. Per crescere nell'unione con nostro Signore mi abituerò ad un commercio intimo e famigliare con lui. Gli manifesterò l'affetto, i bisogni, la compassione, la mia gratitudine.
FIORETTO: - Ripeti oggi- Gesù, voglio essere tutto Vostro.
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