UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

21° Maggio

 

POVERTA' DI SAN GIUSEPPE: GODE DELLA SUA PRATICA 

 

Lungi dal dolersene, come fanno i più, S. Giuseppe accettò la povertà volontariamente, con maggior perfezione che non fecero poi San Francesco d'Assisi ed i suoi numerosi imitatori; e provò vero compiacimento e gaudio delle sue conseguenze, che sono stenti, disagi, fatiche, disprezzi. Egli non volle un grado più di agiatezza di quanto era disposto da Dio, e nell'uniformarsi ai misteriosi disegni della Provvidenza sopra di sé e della sua famiglia trovava la vera pace del cuore; perciò la mancanza del necessario non l'abbatteva né gli offuscava la giocondità che rallegrava sempre il bel sereno dell'animo suo. S. Giuseppe imparò per tempo quello che il suo divino Figliuolo insegnò poi agli Apostoli, ossia che le ricchezze sono ingannevoli (Marc. 4, 19) e che a guisa delle spine soffocano il buon grano: il suo distacco totale da questi inganni lo liberava dall'amarezza che ne segue, e le rose profumate del giardino di Nazareth, erano senza spine di cure mondane. Il suo generoso abbandono nella Provvidenza di quel Dio che egli ospitava in casa sua, gli toglieva poi ogni affanno per l'avvenire: quest'amorosa Provvidenza gli dava la forza e la possibilità di lavorare; e quando, come nella fuga d'Egitto o per altre circostanze, il lavoro non era possibile, la stessa Provvidenza non gli venne meno e con l'oro dei Magi o con altri pietosi soccorsi fece che non gli mancasse il necessario alla vita e potesse anche egli esclamare riconoscente: in te ho confidato e non fui confuso. Finalmente egli pregustò, più di qualunque povero volontario, la beatitudine che Gesù promise ai poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli; e poiché più che in ogni altro era in lui perfetto lo spirito della sua povertà, S. Giuseppe del regno dei cieli teneva già in mano con la garanzia più sicura la gloria più eletta e sublime. 

 

PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO

 

San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.

 

FIORETTO: - Sii dolce con tutti, specialmente con chi ti contraddice. Un Pater ed Ave.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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