UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
9° Ottobre
S. Giuseppe, primo confessore della Legge nuova.
S. Giuseppe, primo confessore della legge, pregate per noi.
I. Il titolo che diamo a S. Giuseppe in capo a questa meditazione potrebbe recar qualche confusione nello spirito dei fedeli; quindi ci accingiamo a spiegarlo. La santa Chiesa lo dà a s. Giuseppe, ella l'onora nel suo ufficio pubblico come confessore; e noi diciamo esser egli stato il primo confessore della legge nuova, perchè è il primo giusto che morì sotto l'impero e la dolce influenza di questa legge d'amore. La Chiesa chiamando molti santi con il nome di "confessori" non vuol dire che siano stati sacerdoti, e che abbiano esercitato il ministero della confessione; no, la Chiesa piglia questa espressione di confessore nello stesso senso in cui, diciamo: confessar la fede, confessar il Vangelo, o più semplicemente ancora: confessar Gesù Cristo. Per conseguente faremo ben comprendere la parola confessare, se spiegheremo sufficientemente ciò che vuol dire confessare Gesù Cristo. Porgiamo attenzione, chiediamo a Dio per l'intercessione di s. Giuseppe di comprendere, gustare, e quel che più conta praticare le spiegazioni che ce ne verranno date.
II. Confessar Gesù Cristo è il dirsi e mostrarsi suo discepolo; il credere le verità, tutte le verità che la Chiesa c'insegna a nome di Gesù Cristo; è il praticare la legge di Gesù Cristo tal quale la Chiesa ce la fa conoscere. Le resistenze dello spirito contro la fede, della carne e del mondo contro la morale, pongono il fedele in una specie di martirio, e la nostra confessione ritrae il suo pregio da quelle interne violenze e da quegli esterni combattimenti. Ma confessare Gesù Cristo per meritare il titolo di santo e di confessore è il credere alle verità insegnate dalla Chiesa con una fede più ardente e più viva che il comune dei fedeli, e praticare il Vangelo con una devozione e perfezione recate all'eroismo. Il santo confessore non si limita già a seguire i rigorosi precetti del Vangelo, ma s'appiglia alla pratica dei consigli, e seguendo più perfettamente che può il divino modello, diventa anch'egli alla sua volta modello. Il nome del curato d'Ars, il cui processo di Beatificazione ci tiene al presente occupati, ci salterebbe qui naturalmente dal cuore sulle labbra, se durante questo pio esercizio non avessimo a venerare e benedire il nome più augusto e più santo di s. Giuseppe. Sì, s. Giuseppe confessò Gesù Cristo nella maniera poc'anzi spiegata. Imitò, anzi fu il primo, dopo la santissima Vergine ad imitare Gesù Cristo in una perfezione fin allora sconosciuta. Ascoltò Gesù Cristo; accolse dalla bocca della stessa eterna verità, e credette di tutto cuore le dogmatiche verità. Seguì non solo i rigorosi precetti, ma praticò eroicamente i consigli. Quale semplicità dunque e quale profondità insieme in quelle concise parole del santo Vangelo che ci ricordano le diverse sue azioni.
III. Or tocca a noi vedere se confessiamo nel debito modo Gesù Cristo, la sua fede, e il suo vangelo. Si sa che possiamo andar in cielo senza esser santi e confessori canonizzati, vi possiamo andare senza aver praticate in grado eroico le virtù e i consigli evangelici, ma non possiamo andarvi, se non imitiamo in qualche grado i santi; il non progredire nel cammino del bene è un'indietreggiare, e il non corrispondere fedelmente alle grazie di Dio è un porre a repentaglio la propria salvezza. S. Paolo dice a tutti i fedeli: “ Se vivete secondo la carne morrete; vivrete se mortificherete con lo spirito le opere e gli istinti della carne. (Rom. VIII, 13)". Esaminiamo nella nostra vita ciò che annunzia, afferma, confessa, a tutti che siamo cristiani, e più seriamente ancora esaminiamo ciò che parrebbe annunziare che o non siamo tali, o almeno non lo siamo quanto dovremmo esserlo. Benediciamo Dio di averci sostenuti nel bene che facciamo, e umiliamoci se ci troviamo rei di non resa bastevole testimonianza alla fede cristiana nelle parole e con le azioni. Deh! possa esserci applicata la promessa del Salvatore: “ Chi Mi confesserà dinanzi agli uomini, io lo confesserò dinanzi a mio Padre, (Matt., X, 33.) cioè io riconoscerò, nel giorno del giudizio, per mio discepolo colui che in vita m'avrà riconosciuto per suo maestro.
PREGHIERA.
O s. Giuseppe! noi non abbiamo confessato abbastanza Gesù Cristo fino a questo giorno; aiutateci a correggere nella nostra condotta ciò che smentisce la nostra fede. Otteneteci il coraggio e la forza necessaria. Ohimè! se tutto ci attendessimo da Dio, se facessimo calcolo sulla sua grazia, e se fossero le nostre speranze più care in cielo e nel soccorso del cielo, noi saremmo più fedeli.
RISOLUZIONI.
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: S. Giuseppe, primo confessore della nuova legge, pregate per noi.
SACRIFICI DA COMPIERE.
Spirito: Contenersi oggi dall' interrogare altrui per semplice curiosità.
Volontà: Subordinare i propri progetti alla volontà di Dio, e talvolta con il pensiero abbandonarli per mostrare maggior dipendenza da Dio.
Sensi: Occuparsi nel pasto molto più degli altri che di sè stesso.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.
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