UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
14° Dicembre
Il cuore di Giuseppe amò ardentemente Gesù con amore di amicizia.
I santi apostoli furono chiamati suoi amici dal Salvatore del mondo, e da amici furono da lui trattati comunicando ad essi i suoi celesti divini misteri. Giuseppe fu riguardato da Cristo benedetto come suo amico particolare, per avergli comunicata la cognizione di sè stesso e dei suoi segreti più che agli altri suoi amici, e perchè gli diede un mezzo assai eccellente da farsi amare con singolarità. L'amore che ci unisce a qualche oggetto è proporzionato alla cognizione che ne abbiamo, e in tal guisa possiam giudicare che una persona ami tanto Gesù Cristo, quanto più degli altri ne conosce il merito infinito. Ciò supposto, conviene confessare non essersi mai trovato sulla terra un uomo che giungesse a comprendere le perfezioni ammirabili di Gesù Cristo più di Giuseppe, a cui le rivelò il Cielo stesso, rivelandogli il nome del Salvatore che tutte in compendio le racchiude. Giuseppe fu quello che così chiaramente conobbe la maestà del Verbo celato nell'utero della sua sposa, che fu di mestieri, al parere di alcuni Dottori, che gli angeli scesero giù dal cielo per trattenerlo presso quel Dio da cui per profondo rispetto voleva allontanarsi. Egli fu quello che riconobbe i tesori immensi del Salvatore fra le angustie e la povertà d'una mangiatoia e lo splendore della sua gloria fra le oscurità di una stalla. Egli per trent'anni andò con la Vergine alla scuola del suo Figlio divino più volte al giorno per apprendere dalle sue adorate labbra i profondi misteri della nostra fede, e gli arcani più impenetrabili della Divinità che nè anche agli angeli furono confidati. Finalmente se nel Vangelo si legge che nessuno conobbe Gesù se non suo padre, e ciò s'intende dell'eterno suo Genitore, pure da ciò possiamo rilevare con vari gravi dottori, che nessun dottore della legge, profeta e patriarca ebbe cognizioni così distinte del Verbo fatto uomo, come Giuseppe. Siccome dunque è certo ch'egli penetrò quanto vi ha di più impenetrabile nelle perfezioni di Gesù, così è ancor credibile che lo amasse con l'amore più grande che possa comprendersi.Lo Spirito Santo pronunziò nei Proverbi, una sentenza molto favorevole al nostro argomento. Come può essere, dice, che un uomo nasconda in seno il fuoco senza che ne ardano i vestimenti? Ch'è come dire, com'è possibile che una persona abbia molto amore nel cuore, senza che nell'esterno ne compaiano chiari gli effetti? Così i veri amici di Gesù non si sono contentati di far comparire debolmente le loro fiamme, ma hanno mostrato con gli effetti il loro amore, come fece Giuseppe. Vedremo in qual modo. Apprendi intanto, o anima devota, a conoscere Gesù Cristo per poterlo amare sopra tutte le cose. E impossibile far progressi in questo amore senza una tale cognizione. L'apostolo s. Paolo si protestava di non saper altro che Gesù Cristo. Egli giunse a possedere una tale cognizione, e quindi giunse ad amarlo ardentemente. Una tale cognizione si acquista con lo studio continuo e profondo. S. Filippo Benizi diceva che Gesù Cristo crocefisso era il suo libro, e da un tale libro egli apprendeva quella celeste sapienza che è quella che forma i santi. Ogni altro studio ed occupazione che ci distoglie da questo, è inutile e dannoso. Gli altri studi per loro stessi non ci serviranno a nulla per l'eternità, se non sono ordinati, diretti ed impiegati dallo studio di Gesù Cristo. Tutto mi sembra una perdita, dice il lodato Apostolo, ciò che potrebbe impedirmi l'alta cognizione di Gesù Cristo. Questo divin Salvatore disse essere lui la via, la verità e la vita. Senza la via non si cammina, senza la verità non si conosce, senza la vita non si può vivere. Gesù è la strada che non fallisce, la verità che non inganna, la vita che non avrà mai fine. Con esso andremo al suo divin Padre, e giungeremo alla vita eterna.
Giaculatoria.
O pazientissimo s. Giuseppe, pregate per noi.
Affetti.
S. Giuseppe, anima santissima, che sebbene non abbiate sofferto i tormenti del martirio, nè siate state trafitto dalle spade dei tiranni, pure avete tutto il merito del martirio, e di martire riceveste l'aureola splendidissima lassù nel cielo. Le Chiese orientali
ritengono per certo che Gesù prima della vostra morte vi fece gustare il calice della sua futura passione descrivendovi tutte le parti di essa e le circostanze tutte della sua morte, dopo tre ore di penosa agonia, e quant'altro avevano predetto i profeti. D'allora in poi il vostro spirito fu come immerso in un mare di amarezza, il vostro cuore trafitto dalla spada del dolore, e gli occhi vostri divennero due sorgenti di lacrime amarissime. Oh in quale esercizio di pazienza e di perfetta rassegnazione al tempo stesso passaste il rimanente dei vostri giorni, e gli ultimi specialmente di vostra vita, nei quali avendo vicini al letto del vostro dolore i due oggetti dell'amor vostro, avevate sempre presente nella vostra mente il loro futuro martirio. O caro s. Giuseppe, in memoria di tante vostre pene, ottenetemi una invitta pazienza nel sopportare quelle che Dio ha già decretate in sconto delle mie colpe, per esercizio della virtù e per la santificazione
dell'anima mia.
ORAZIONE
A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
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