UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

19° Dicembre

 

Il cuore di s. Giuseppe sebbene innocente fu assai trafitto per la perdita del suo Gesù.

 

Fra gli altri pensieri angosciosi e molesti che potevano tener preoccupata la mente di s. Giuseppe nella perdita del suo Gesù, e trafitto al vivo il suo cuore, poteva aver luogo quello che Archelao successore di Erode l'avesse fatto insidiosamente rapire per quindi eseguire il progetto del barbaro suo genitore; ma più che mai l'altro che il divino Fanciullo malcontento del suo governo, in punizione di qualche sua colpa o negligenza si fosse volontariamente separato da lui per qualche tempo. L'umiltà profondissima di s. Giuseppe potè insinuargli un tale dolorosissimo pensiero, come avrà potuto insinuarlo anche a Maria l'impareggiabile sua umiltà. Ma la nostra mente rifugge da tal supposizione, che sarebbe troppo offensiva ad entrambi, e diremo perciò con Alberto Magno, che senza loro colpa, Gesù si separò da Maria e da Giuseppe, e che la loro estrema afflizione fu una disposizione della divina sapienza, non già pena di qualche loro difetto: fu un incentivo più forte al loro amore. Difatti, parlando qui di s. Giuseppe, la perdita di Gesù stimolò ed accese il suo cuore del più ardente desiderio di andarlo a ricercare, e vi andò con la più viva sollecitudine, e con un affetto incomparabilmente più acceso di quello della sposa dei sacri Cantici, allorchè sforzandosi di ritrovare il suo diletto percorreva le campagne e le strade della città; perchè Giuseppe amava il suo figlio-Dio immensamente di più di quel che detta sposa amasse il suo sposo. E se gli angeli furono soltanto spettatori delle sollecite ricerche e corse della sposa, la Regina degli angeli volle essergli compagna, e volle star presso allo sposo afflitto e dolente per quanto lo potè fare, ed essere spettatrice delle sue pene e dei suoi sospiri. Quindi con lui pianse e n'ebbe tale compassione che l'indusse a fare un lamento pieno di amore e di rispetto con il divin Figlio una volta che l'ebbero trovato nel Tempio: Figlio mio, dicendogli, perchè ci hai fatto cosi? Ecco che tuo padre ed io ti abbiamo cercato pieni di cordoglio. Il Figlio di Dio non credette di scoprire il motivo che l'indusse a separarsi per qualche giorno dalla compagnia di s. Giuseppe alla insaputa di lui ed a costo di tante sue lacrime. Ma può pensarsi con s. Bernardino da Siena, che uno dei principali disegni del Salvatore in questo suo ritiro, senza disunirsi con il cuore da lui, sia stato di dare occasione al cielo ed alla terra di ammirare il grande amore che Giuseppe gli portava, di cui ne dava un chiaro segno nella brama ardente di tenere il suo cuore sempre a lui unito, non soffrendo di star da lui nè pur per breve spazio di tempo disgiunto senza esser penetrato dal più vivo dolore, e senza far conoscere ch'egli aveva in sè tutti quegli ardori verso Gesù, dai quali un cuore può essere infiammato. Al vedere nella persona di s. Giuseppe le più chiare testimonianze di affetto verso il divino Gesù, siamo costretti a confessare che questo gran Santo avesse un amore infinitamente tenero verso quel suo Figlio adorabile, per quanto n'è capace una creatura; e che se la santissima Vergine viene meritamente chiamata la Madre del bell'amore, anche Giuseppe Padre del bell'amore merita di essere in qualche modo appellato, per essere stato il suo cuore sempre acceso da quel medesimo fuoco di cui avvampano i Serafini lassù nel cielo. Venendo a noi, debbo qui riferire il parere di un devoto e dotto scrittore delle grandezze di s. Giuseppe relativo all'allontanarsi che fece Gesù per tre giorni dalla compagnia di lui. «È credibile che Gesù pretendesse con quelle cure amorose e sollecite del putativo suo padre confondere l'insensibilità di quelle anime che, avendo talvolta la disgrazia di abbandonare Gesù, non si danno premura di ritrovarlo per mezzo di una vera e sollecita conversione». Una così fatale disgrazia può accadere più facilmente ad un'anima dedita alla pietà, ma in essa intiepidita, che ad un gran peccatore, poichè questi più facilmente giunge a conoscere il misero e deplorabile stato dell'anima sua, dell'altra la quale non sente tutto il peso di quella colpa mortale di cui si è resa colpevole. Quindi lo stato di questa può divenire più funesto di quello sia per parte sua, che per parte di Dio, rimanendo Egli assai disgustato da tanta ingratitudine. Chi ha perduto Gesù, imiti s. Giuseppe, e senza frapporre indugio, si applichi a ricercarlo ora che lo può fare agevolmente; perchè in caso diverso quando vorremmo cercarlo, non ci sarà dato di ritrovarlo, come disse espressamente Gesù: Mi cercherete, e morrete nel vostro peccato.

 

Giaculatoria.
O Giuseppe santo, che dopo Maria foste il primo ad adorare il neonato Gesù pieno di gioia e penetrato da profonda umiltà, pregate per noi.

 

Affetti.
O beatissimo s. Giuseppe, cui toccò in sorte di essere il primo uomo cristiano, e di adorare per primo dopo la vostra vergine sposa il divino Infante venuto alla luce in mezzo all'oscurità della grotta di Betlemme; chi può ridire l'alta sorpresa del vostro spirito, allorchè riavuto dalla dolce vostra estasi in cui eravate rapito con la vostra contemplazione, foste chiamato da Maria a vedere giacente sul fieno il tanto aspettato Salvatore dell'universo? Chi può mai immaginare qual fosse la commozione del vostro spirito, gli affetti che si presentarono nel vostro purissimo cuore? Con quali atti di gioia, di umiltà, di amor tenerissimo, vi prostraste ad adorarlo ed a riconoscerlo vero Dio e uomo insieme? Oh come quel tugurio si converti per voi in un vero paradiso, e voi diveniste come un serafino di carità, rappresentando in qualche modo tutto il genere umano in atto di riconoscere e di adorare il tanto aspettato Messia! Caro s. Giuseppe, foste pure felice nel riflettere che quel divino Infante diveniva vostro figlio, e voi cominciavate a fargli da padre adottivo! Pensieri son questi che se in me eccitano una impressione profonda, quale sarà mai stata la vostra! Se in quella notte beata voi non moriste di amore fu un vero prodigio. Deh! comunicatemi una scintilla di tanto fuoco affinchè possa anch'io d'ora in poi vivere di amore, per morire nell'amore di Gesù Cristo, e venirlo quindi ad amare eternamente in paradiso.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Recita tre Pater a Gesù; usa pazienza con tutti.

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa CLICCA QUI

 

 

CAPPELLINA

 

 

 

 Sito versione Desktop