UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

 

28° Dicembre

 

Il cuore di s. Giuseppe sovrappieno di gaudio per le parole che sentiva pronunziare da Gesù verità eterna.

 

Non erano soltanto gli occhi quei canali fortunati che trasmettevano al cuore di s. Giuseppe le sovrabbondanti delizie prodotte dalla vista dell'Uomo-Dio, ma anche le orecchie per le parole di vita eterna che udì pronunciare dalla verità incarnata in tutto il tempo ch'ebbe la sorte di trattenersi con essa. Se il solo nome di Gesù risuonato all'orecchio, dice s. Bernardo, basta a formarvi la più dolce melodia, quale melodia avrà formato alle orecchie di s. Giuseppe il parlare di Gesù! Tutti i concerti più studiati del mondo, tutte le musiche più armoniose non sono così deliziose e così soavi, quanto una sola parola articolata dalle divine labbra di Gesù Cristo. Una sola parola di questo Verbo di Dio asciuga in un tratto le lacrime degli afflitti; richiama i morti a vita nuova; calma le tempeste più violente non meno del mare che dei nostri cuori, e versa un oceano di consolazioni sulle anime più desolate. Ora, se una parola di Gesù è di tanta forza e potenza; se i suoi sermoni avevano tanta efficacia da rapire i cuori dei suoi fortunati uditori, quale piacere non avrà provato il cuore di s. Giuseppe in quei lunghi discorsi, in quegli interrotti trattenimenti con il Salvatore? Sappiamo che i discorsi fatti da lui con i due discepoli che andavano in Emmaus, sebbene non si fece conoscere ad essi, avevano accesa una fiamma di amore nel loro cuore, e l'avevano riempito di gaudio inenarrabile: s'immagini chi può come stesse il cuore di Giuseppe, e come si liquefacesse alla voce del suo diletto. Quante volte il gran Santo si prese la confidenza di domandargli con le parole dei sacri Cantici, di far risuonare alle sue orecchie la sua dolcissima voce! S'egli voleva alleggerire le pene dell'esilio, se bramava di rinfrancarsi in mezzo agli strapazzi del viaggio, se aveva bisogno di sollievo nelle fatiche, bastava solo he dicesse: mio caro figlio Gesù, unico conforto e consolazione dell'anima mia, deh! trattenetemi con qualche vostro discorso ed insegnatemi qualche cosa! Alle quali preghiere arrendendosi di buon grado il Salvatore, procurava di ricrearlo con la sua divina parola a lui più cara delle armonie dei celesti beati spiriti. Ma per quanto giocondi fossero questi piaceri di s. Giuseppe non erano da paragonarsi con quelli che provava allorchè imprimeva deliziosissimi baci su quelle labbra divine da cui uscivano tanti oracoli. Alle quali tenerezze corrispondendo il Figlio ancor pargoletto, come insegnano s. Bernardo, ed il Gersone, gli si lanciava al collo con dolcissime carezze e lo abbracciava, lo stringeva teneramente versandogli nel cuore dolcezze di gran lunga superiori a quelle che può la mente comprendere. E siccome egli con il soffio introduceva lo Spirito Santo nelle anime degli Apostoli, è credibile che quella medesima bocca versasse torrenti di piaceri nella persona di s. Giuseppe. E se il soffio di un Dio diede la vita alla massa informe del caos, quello dell'uomo-Dio fu per Giuseppe una sorgente inesausta di vita e di gaudi celesti ed ineffabili. Noi non possiamo aver la sorte che toccò a s. Giuseppe di udire la parola di colui che i santi del vecchio patto avevano desiderato di ascoltare e non ascoltarono, ma possiamo leggerla nei santi Evangeli, nei quali non rimane già morta, ma è viva tuttora, come dice s. Paolo, ed efficace, e penetra i cuori a guisa di una spada a due tagli. Anche ora la parola di Gesù è infiammata di celeste carità, è più dolce del miele, e serve mirabilmente di luce ai nostri passi. Se vogliamo che questa parola sia per noi sorgente di amore, di gaudio e di luce, dobbiamo leggerla spesso ma con spirito di fede, e spesso meditarla ma con grande attenzione.

 

Giaculatoria.
O Giuseppe santo, stabilito da Dio custode e protettore della Chiesa, pregate per noi.

 

Affetti.
O inclito patriarca s. Giuseppe, era troppo giusto e conveniente che voi, destinato da Dio ad essere il custode, il tutore e difensore del Figlio di Dio umanato, diveniste anche custode, difensore e protettore della Chiesa sua sposa ch'egli acquistò con lo spargimento di tutto il suo sangue. E tale vi dichiarò la medesima Chiesa, dopo aver conosciuto la vostra gran potenza e sperimentato i grandi servizi che voi ad essa rendeste nelle più critiche circostanze in cui si trovava. Essa pose tutti i suoi figli nelle vostre mani e sotto la vostra protezione, e voi corrispondeste benignamente e largamente a queste sue premure. Deh! continuate a custodirla ed a proteggerla dai nemici visibili ed invisibili, a distruggere gli sforzi dei novelli Erodi che vorrebbero vederla, se fosse possibile, del tutto annientata. La salute di essa è nelle vostre mani, e come voi foste tutto zelo per salvare l'Infante divino cercato a morte, salvate pure la sua Chiesa del continuo perseguitata, custoditela, difendetela, dilatatela in tutto il mondo per modo che distrutta l'idolatria, l'eresia, l'infedeltà, non vi sia più nell'universo che un solo ovile ed un solo pastore.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Recita sette Gloria Patri in onore degli Innocenti: esaminati sulla passione dell'ira.

 

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