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IL CUOR DI GESU'

MEDITAZIONI E PREGHIERE

 

 

GIORNO 05

 

Indice

 

  

IL CUOR DI GESU' NEL DESERTO

 

 

5° GIORNO

 

Il Cuor di Gesù nel deserto.

 

Prima di uscire dalla vita nascosta e di compiere sulla terra la mia divina missione con la predicazione, con i miracoli, con la passione e con la morte, io mi ritirai nel deserto. Quali insegnamenti ti diedi, o anima cristiana, in questo mio ritiro!. Non avevo io bisogno di allontanarmi dalle seduzioni mondane per conservarmi in perfettissima unione con il mio celeste Padre.., il mio Cuore non poteva essere lusingato da alcun piacere mondano, non poteva essere sedotto da occasioni cattive!... Ma io mi ritirai nel deserto per dirti: fuggi il mondo e le sue occasioni pericolose, se vuoi conservare la grazia di Dio e salvarti eternamente!. E tu come seguisti questi miei insegnamenti?... Ben conosci per esperienza la tua debolezza, la tua incostanza nel bene... sai purtroppo che nelle occasioni cattive corri pericolo gravissimo di perdere la pace della coscienza e l'amicizia di Dio... eppure oh! quante volte invece di ritirarti nel silenzio, nella meditazione e nella preghiera, quale incauta farfalla corresti dietro al seducente splendore dei piaceri mondani, e perdesti l'innocenza e la grazia del tuo Dio. Piangi, anima cristiana, la tua stoltezza e impara da me ad allontanarti dai pericoli e dalle tentazioni mondane!... Là nel deserto io passai quaranta giorni nel più rigoroso digiuno. E tu per tenere soggette le tue passioni, per domare la tua carne, amasti finora il digiuno e la mortificazione?... Ah! che invece accarezzasti il tuo corpo e contentasti i suoi disordinati appetiti... Ed allora non pensavi che quando il corpo è appagato nei suoi immoderati desideri, si ribella allo spinto?... non pensavi che questo corpo, da te tanto accarezzato, sarebbe un giorno pascolo dei vermi nel... sepolcro?... non pensavi che contentando il tuo corpo in questa vita lo avresti reso eternamente infelice insieme con l'anima nel fuoco dell'inferno?... Là nel deserto, anima cristiana, lungi dalle dissipazioni mondane, io stavo tutto assorto nella preghiera, e penetrando oltre la volta del firmamento, contemplavo il mio Eterno Padre, e mi offrivo a Lui vittima di espiazione per i peccati degli uomini! E tu?... come ami la preghiera? e non ti ho detto tante volte che l'orazione ti è necessaria per l'eterna salute? che per mezzo dell'orazione potrai ottenere qualunque grazia, potrai resistere alle più gravi tentazioni, potrai raggiungere la Cristiana perfezione?... E tu, debole canna agitata da ogni soffio di vento, hai preteso finora di resistere all'impeto delle passioni, alle seduzioni del mondo, agli assalti del demonio, senza la preghiera!... Oh! quante volte per una frivola scusa tralasciasti le tue orazioni! quanti pensieri inutili e vani in mezzo alle medesime, quante distrazioni volontarie... E in tal modo ti presentavi a me e parlavi con me?... Ah! quanta maggior attenzione ponevi nel favellare con le persone del mondo che nel parlare con me... il mio Cuore ardeva allora di cocentissima brama di esaudire le tue suppliche, ma come potevo io ascoltare tali preghiere?... e se non eri esaudita non era tutta tua la colpa? Su dunque, anima cristiana, segui i miei ammaestramenti; fuggi le occasioni pericolose, tieni mortificato il tuo corpo, attendi con impegno alla preghiera, e sarai salva.

 

PREGHIERA 
Voi, o Gesù, mi avete detto che chi ama il pericolo cadrà nel medesimo... e, ritirandovi nel deserto, mi avete insegnato come io mi debba allontanare dalle occasioni cattive... deh! fate or dunque che da questo momento ascolti le vostre parole e segua i vostri esempi, per potere mettere in salvo eternamente la povera anima mia. Se finora non amai il digiuno, la mortificazione, la penitenza, e contentai questo miserabile corpo, con tanto danno dell'anima mia, fate o Gesù che, imitando il vostro esempio tenga mortificato il mio corpo, perché non si ribelli allo spirito!... Ma sopratutto, o caro Gesù, infondete nel mio cuore un poco del vostro spirito di orazione, affinché stando l'anima mia sempre unita a voi in questa vita, non vi debba perdere per tutta l'eternità. Così sia. 

 

ESEMPIO 
Un uomo dovizioso, essendo rimasto vedovo con una figlia, si lasciò dominare dai capricci di lei per modo che trattato era più da schiavo che da padre. La bellezza, le ricchezze, l'ingegno facevano sì che ella fosse molto stimata nel mondo, e che non pensasse che a comparire e darsi bel tempo. Per tal modo restarono in lei soffocati quei sentimenti di virtù e di pietà di cui era stata già un tempo imbevuta. Senonchè sazia delle delizie che poteva offrirle la sua patria, disse risolutamente al padre che voleva andare a Parigi a godervi gli ultimi giorni di carnevale. Questi non seppe resistere, e sebbene a malincuore si piegò al nuovo capriccio della figlia. Cammin facendo venne assalita da una leggera indisposizione, che li costrinse a fermarsi. Il padre ispirato certamente da Dio a tentare un ultimo sforzo per il ravvedimento di quell'anima, si recò ad un ottimo religioso, e con le lacrime agli occhi lo pregò di venir dalla figlia onde provare di toglierla dai suoi pazzi folleggiamenti. Alle istanze del padre cedendo il sacerdote si presentò in sua compagnia alla abitazione della giovane, la quale lo ricevette civilmente sì, ma con freddezza. La conversazione versò da principio sopra argomenti indifferenti, ma pian piano, colto il destro, il sacerdote cominciò ad indurla all'adempimento dei propri doveri, e ad abbandonare la via pericolosa che aveva intrapreso con gravissimo pericolo di perder l'anima sua. La giovane, a tali parole si alzò inviperita e mostrandogli la porta gli disse di non aver bisogno di predica e che se ne partisse subito. Il sacerdote allora umilmente chiedendole scusa, le disse che egli non domandava che una grazia, e nel dir ciò, aperto il breviario, ne trasse un'immagine del S. Cuor di Gesù pregandola a recitare in ginocchio innanzi a quella ogni mattina nove Gloria Patri. La si fece donzella di mille colori, e prendendo commossa l'immagine rispose: Si, sì, me la dia... lo farò... ma se ne vada. Il S. Cuor di Gesù aveva debellato quel cuore! Dopo la partenza del sacerdote la giovane stette molto tempo ginocchioni col viso fra le mani con singhiozzi e lacrime. Poi, chiedendo mille volte perdono al suo buon padre, si accostò al tribunale di penitenza, e passati pochi mesi si ritirò in un monastero a piangere i suoi peccati, e a ringraziare e benedire l'infinita misericordia del S. Cuor di Gesù. Allontanandoci dalle occasioni del mondo e attendendo alla preghiera e alla mortificazione, potremo noi pure renderci propizio il S. Cuor di Gesù. 

 

PRATICA
Fate una elemosina per amore di Gesù. 

 

GIACULATORIA 
Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io t'ami sempre più. (Indulgenza di 300 giorni). 

 

(Tratto dal libretto "IL CUOR DI GESU' - D. Antonio Zaccaria - 1902)

 

 

 

 

 

 

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