IL
CUOR DI GESU' NELLA VITA PUBBLICA
6° GIORNO
Il
Cuor di Gesù nella vita pubblica.
Il
mio Cuore ardeva di zelo per la gloria del mio Eterno Padre e per la
salute delle anime, e divorato da questo fuoco sostenni fatiche, feci
lunghi viaggi, sopportai freddo e caldo, fame e sete, povertà e
disprezzi, noncuranze ed ingiurie. Senza prendere quasi mai riposo, io
andavo da una città in un'altra a compiere la mia missione, e neppure
avevo luogo determinato dove ricoverare la notte sicché ben a ragione
potevo dire: le volpi hanno le loro tane, gli uccelli il loro nido, ma il
Figliuolo dell'Uomo non ha dove riposare il capo. In mezzo a tante
fatiche, a tante sofferenze il mio Cuore godeva di una pace
perfetta, dal mio volto sempre amabile trasparivano la calma e la
rassegnazione anche nei più gravi patimenti!... La folla mi urtava, mi
stringeva, mi opprimeva, ed io sempre placido e sereno!... Ero circondato
da ogni parte da anime ingrate ai miei benefici, da cuori sordi alla mia
grazia, da menti avvolte nella più deplorevole ignoranza, e non mi
stancavo di passare da un luogo in un altro a tutti facendo del bene. La
brama ardentissima del mio Cuore di guarire i mali altrui, di istruire le
anime e di salvarle mi faceva dimenticare tutte le sofferenze dello
spirito e del corpo! Così opera il vero zelo della salute delle anime!...
Or dimmi, anima cristiana, come hai ricopiato finora il tuo divino
modello? Per fare del bene al tuo prossimo, hai tu sopportato con
rassegnazione le fatiche e i disagi? ti sei tu trattenuta dal fare il bene
per umani riguardi, per paura delle contraddizioni del mondo? Quando non
riuscivi nel tuo intento, rimase forse il tuo cuore desolato, abbattuto,
avvilito?... Ah! pensa che allora l'anima tua non era infiammata dallo
zelo della gloria di Dio, e della salute delle anime, ma era occupata
dall'amor proprio... E questo amar proprio, che traspira dall'austerità
del tuo volto e dall'asprezza delle tue parole, oh! quante volte ha sparso
la zizzania nel campo della carità, e ha impedito tanto bene che far
potevi al tuo prossimo!... La vera carità è operosa, umile, dolce, e
ispira rispetto, venerazione, amore.... il portamento, le parole, i modi,
se sono improntati a questa vera carità, si insinuano negli animi, e
producono presto o tardi il desiderato frutto; mentre invece il tratto
scortese e lo zelo imprudente irritano le ferite del prossimo e portano
spesse volte tristissime conseguenze!... Accosta, anima cristiana, il tuo
povero cuore al mio Sacro Cuore, acceso del vero amore verso le anime,
senti come palpita fortemente per il bene di tutti, anche dei suoi
nemici?... Vuoi tu pure, benchè fredda, debole e incostante, infiammarti
della vera carità, e operare grandi cose per il bene del tuo prossimo?
Imita questo adorabile Cuore, muori a te stessa: rivestiti del mio spirito
interiore, che è spirito di umiltà, di dolcezza, di sacrificio. E io
allora mandandoti fra i tuoi fratelli a far loro del bene, ti dirò: Va
senza timore.... tu sei fredda, io ti infiammerò del mio amore!, tu sei
debole, io ti darò la forza, tu sei piena di difetti, io ti renderò
bella con la mia grazia:... Va, e non dubitare; come altre volte mi servii
di strumenti spregevoli per operar cose grandi, così mi servirò pure di
te per salvare qualche anima redenta dal mio Sangue prezioso!.
PREGHIERA
O Gesù, sorgente inesauribile del vero zelo per la salute delle anime,
accendete il mio misero cuore di questa fiamma celeste! Datemi quello zelo
che dallo spirito passa alle parole e alle opere.... quello zelo
intelligente che dirige la sua fiamma a norma della carità del vostro
Sacro Cuore, cioè secondo le circostanze e i bisogni. Datemi quello zelo
che non indietreggia dinanzi ad alcun ostacolo, che non riposa mai, che
illumina, purifica, riscalda ovunque e sempre. Datemi quello zelo che non
bastando a se stesso, cerca altri cuori da illuminare e riscaldare. Fate,
o Gesù, che il mio zelo sia prudente, caritatevole, perseverante. Da
questo momento unisco tutte le opere, che farò in vantaggio del mio
prossimo, a quelle della vostra vita pubblica, perchè così santificate e
benedette da Voi, apportino frutti di salute... Tutto quello che ho, è
vostro, o Signore; servitevi dunque di me come vi pare e piace per fare un
po' di bene al prossimo mio. Così sia.
ESEMPIO
Un giovane, figlio di genitori senza religione, fin dall'adolescenza aveva
viaggiato per acquistare cognizioni nella sua industria, ed era diventato
così empio e libertino nelle officine dove aveva lavorato, che di ritorno
alla sua parrocchia era lo scandalo di tutti. In conseguenza di eccessi di
ogni genere si sviluppò in lui una malattia di petto, che lo conduceva
lentamente ma con certezza alla tomba. Il curato cominciò a fargli
qualche visita, usando ogni gentilezza per guadagnare la sua confidenza,
ma l'infermo resisteva a tutto e il suo male si aggravava di giorno in
giorno. Durante una crisi dell'ammalato, il curato corse al suo letto, ma
quando fu passata, il giovane cacciò via il sacerdote caricandolo
d'ingiurie. Già da un mese si raddoppiavano le preghiere e gli sforzi, ma
sempre invano, che anzi al solo ricordargli il nome di Dio usciva in
esecrande bestemmie. Quando finalmente venne una felice ispirazione al
curato, il quale chiama un sacerdote, e: andate, gli dice, immediatamente
a Paray le Monial, ivi chiederete preghiere per il nostro ammalato e
metterete il suo nome nel Cuore di Gesù. Dopo avere eseguita la sua
commissione il sacerdote ritornava felice dal suo viaggio, e col curato
andava subito a far visita all'infermo, che si avvicinava a gran passi
alla morte. Pieno di speranza nella misericordia del S. Cuore di Gesù, il
sacerdote rimasto con l'infermo gli fece parola del suo viaggio. Il
giovane operaio parve interessarsene. Ho pregato per voi, gli disse il
buon prete: vi ringrazio rispose egli. Incoraggiato da quella parola, il
ministro di Dio aggiunse: vi ho portato una medaglia. Ne voglio una bella,
rispose il giovine, e me la metterò al collo. Intanto che íl sacerdote dà
la medaglia, l'infermo domanda a sua madre un cordoncino, indi se la pone
al collo e la bacia con rispetto. Ora, disse egli, voglio confessarmi, ed
oggi stesso: lasciatemi alcuni istanti per prepararmi. Il sacerdote con le
lacrime agli occhi si ritira nella stanza vicina, e si mette in preghiera
con i parenti. Il moribondo, confessatosi con le migliori disposizioni,
riceve quella sera stessa gli ultimi Sacramenti della Chiesa con grande
edificazione degli astanti. Mentre il sacerdote gli amministrava il
Sacramento dell'Olio Santo: andate adagio, signor abate, disse egli, è
necessario che vi tenga dietro e domandi perdono dei miei peccati. Oh!
signor abate, quanto bene fa un prete, vorrei ancor io esser prete! —
Egli morì tre giorni dopo, continuando a dire buone parole, che
mostravano ognor più come il Sacro Cuor di Gesù sa prendere possesso
delle anime ribelli. Animiamoci noi pure di zelo per la salute del nostro
prossimo e per gloria di Dio, e il S. Cuor di Gesù benedirà l'opera
nostra.
PARTICA
Fate una Visita al SS. Sacramento.
GIACULATORIA
Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io t'ami sempre più. (Indulgenza di 300
giorni).
(Tratto dal libretto
"IL CUOR DI GESU' - D. Antonio Zaccaria - 1902)