IL
CUOR DI GESU' MODELLO DI UMILTA'
23° GIORNO
Il
Cuor di Gesù modello di Umiltà.
Quante
volte, anima cristiana, ti feci sentire la mia voce che ti diceva: la
superbia è il principio di ogni peccato!. E tu ti meravigli di essere
caduta in tante colpe, mentre il tuo cuore non conosce, non apprezza, non
ama l'umiltà?... Volgi uno sguardo alla tua coscienza, e vedrai che
ancora sei piena di quella superbia che non ti può rendere accetta a quel
Dio, che resiste ai superbi e dà la sua grazia agli umili! Or sappi,
anima cristiana, che la superbia è quel peccato che più dispiace al tuo
Dio, perchè tenta di usurpare quell'onore, quella gloria che solo
spettano a Lui! Tutto quello che hai non è forse dono di Dio? la salute,
le ricchezze, l'avvenenza, l'ingegno... i beni tutti del corpo e
dell'anima non sono dono di Dio?... e di che dunque t'insuperbisci, mentre
non sei che polvere e fango, che miseria e peccato?... E puoi tu
attribuire a te stessa ciò che è tutto dono di quel Dio che ti creò, ti
conserva e ti redense a prezzo del suo medesimo Sangue?... Sai pure quanto
a me dispiaccia la superbia, e come io la punisca tremendamente. Il
Demonio, che è lo spirito di superbia, fu per questo peccato cacciato dal
paradiso e condannato all'inferno. I tuoi primi genitori Adamo ed Eva,
tratti dal Demonio nello spirito di superbia di voler diventare uguali a
Dio, vennero travolti insieme con tutta la loro discendenza in un mare di
dolori, di miserie e di guai. E Pietro?... non ricordi il mio Apostolo
Pietro?... Egli entrò in superbia per i miei doni, si fidò di se stesso,
vantandosi che nessuna tentazione lo avrebbe separato da me, e non prestò
neppur fede alla mia parola quando gli dissi che per tre volte mi avrebbe
negato; ed ecco che l'Apostolo tanto fervente, cosî favorito da me,
allevato per tre anni alla mia scuola, poco dopo aver ricevuta la SS.
Comunione dalle stesse mie mani, in causa della superbia abbandonato a se
stesso, negò di conoscermi e lo negò persino con spergiuri... E tu ti
fiderai di te stessa, mentre già tante volte la superbia ti fece cadere
in colpe così gravi?. Guarda, anima cristiana, guarda all'esemplare che
ti viene posto dinanzi... Non è già un grande della terra, non è
neppure un Santo qualunque, ma è il Santo dei Santi, l'Unigenito Figlio
di Dio, sono io stesso che ti dico: Guardami e fa secondo l'esemplare che
ti viene mostrato. Tutta la mia vita fu umiltà... La grotta di Betlemme
con quella misera mangiatoia, ove nacqui fra due animali, non ti insegna
forse l'umiltà?... la mia fuga di notte verso l'Egitto fra tanti pericoli
e disagi, non ti parla forse di umiltà?... e la vita di trent'anni
occupata in un umile mestiere non mostra forse sempre umiltà?... e
trattando con i fanciulli, con gli ignoranti e con i peccatori non
t'insegnai come si pratica l'umiltà?... Quasi fossi un povero peccatore
volli essere battezzato dal mio Precursore Giovanni; imponevo il silenzio
a coloro che volevano pubblicare i miracoli da me operati, e mi nascondevo
per fuggire le pubbliche acclamazioni!... E nella mia passione e nella mia
morte non scelsi forse i tormenti più umilianti e il supplizio dei
malfattori, per diventare l'obbrobrio delle genti e l'abominazione della
plebe?... E dopo morte non ti insegno ancor l'umiltà nel Santissimo
Sacramento?... Sotto le umili specie del pane e del vino, nello squallore
di tante chiese, nella povertà di tanti tabernacoli, il Dio del cielo e
della terra, non ti insegna abbastanza umiltà? Su dunque, povera
creatura, che senza di me nulla sai, nulla puoi, nulla sei, prendimi ad
esemplare di umiltà; e di virtù in virtù ti condurrò agli alti gradi
della cristiana perfezione.
PREGHIERA
O Gesù, vero esemplare di perfetta umiltà, e di che ho potuto io
insuperbirmi, mentre tutto è in me miseria e peccato?... Se guardo al mio
passato, pieno di tante colpe e di tante ingratitudini, ho solo ragione di
confondermi e di umiliarmi! Se considero il presente, al vedere tanta mia
freddezza nel servirvi e i pericoli in cui mi trovo ogni momento di
perdere la vostra grazia, ho solo motivo di piangere e di tremare. E il
mio futuro?... Quale sarà, o mio Gesù? Sta nelle vostre mani, o Signore,
e senza del vostro santo aiuto io non sarò capace che di peccati e di
infedeltà. Ah! buon Gesù, guardate pietosamente la povera anima mia che,
umiliata e pentita ai vostri piedi, piange la passata superbia, e
riconoscendo tutto dalla vostra bontà implora il vostro aiuto, la vostra
grazia. Perdono, o Gesù conosco la mia indegnità, il mio nulla, e solo
spero in voi, in voi confido, riposo in voi!...
ESEMPIO
La festa dell'Assunta era nella Turingia solenne e singolare fra tutte, sì
che tutti vi concorrevano a gara. La duchessa Sofia disse pertanto alle
due giovani principesse Elisabetta ed Agnese: scendiamo anche noi nella
città di Eisenach, e mettetevi dunque le vesti più belle e le corone
d'oro. Ubbidirono le due giovani principesse e ornandosi come aveva detto
la duchessa, scesero insieme nella città sottoposta, ed entrate in
chiesa, andarono a porsi su di un inginocchiatoio collocato dinanzi ad un
gran Crocifisso. Ma appena Elisabetta fissò gli occhi in quella sacra
immagine del nostro benedetto Redentore, inchiodato nella Croce,
incoronato di spine, tutto piaghe e sangue, senz'altro dire si tolse di
testa la corona d'oro, e messala sul banco si pose in ginocchio sulla nuda
terra. Spiacque quest'atto alla duchessa Sofia, la quale disse: oh! che
fate madamigella Elisabetta? che novità è questa? volete dunque far
ridere la gente dei fatti vostri? Le damigelle devono star ritte in piedi;
e non gettarsi per terra come vecchie monache. Cara signora, rispose la
giovanetta Elisabetta con riverenza, non prendete questo mio fatto in mala
parte, ve ne prego. Ecco, io vedo qui dinanzi ai miei occhi il mio Dio e
mio re Gesù coronato di spine, ed io vile creatura starò dinanzi a Lui
coronata di oro e di gemme? Ah! la mia corona sarebbe una derisione della
sua. E si mise a piangere seguitando a pregare in ginocchio in terra col
maggior fervore, e lasciando che Sofia e Agnese dicessero quel che
volevano. Se la vista di Gesù coronato di spine operò tanto sul cuore di
Santa Elisabetta d'Ungheria ancor giovanetta, quanto più dobbiamo noi
vergognarci della nostra superbia ed ambizione, se andremo considerando
l'umiltà del Sacro Cuor di Gesù.
PRATICA
Fate un digiuno o altra penitenza per amor di Gesù.
GIACULATORIA
Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io t'ami sempre più. (Indulgenza di 300
giorni).
(Tratto dal libretto
"IL CUOR DI GESU' - D. Antonio Zaccaria - 1902)