MISTERI
GAUDIOSI
PRIMO MISTERO L'ANNUNCIAZIONE DELLA SS. VERGINE
1° GIORNO
Affinché l'eco dell'angelico messaggio giunga propizio a tutte le anime.
CONSIDERAZIONE. A
Nazaret, città dei fiori, il giorno volge al tramonto. Nella sua linda stanzetta, la Madonna è assorta nella più fervorosa contemplazione della divina promessa messianica, mentre al suo purissimo Cuore giunge l'eco dell'ardente invocazione del veggente Isaia: « Mandate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada e le nubi piovano il Giusto». Alla voce sonora dei profeti, alle suppliche ardenti dei Patriarchi e dei Giusti dell'Antico Testamento, la Vergine Santa unisce la sua impetrazione potente, i suoi sospiri, i suoi gemiti, per affrettare la venuta del Redentore, il Principe della pace.
L'Eterno Padre allora si commuove, si china misericordioso sull'umanità prevaricatrice, per risollevarla, con mano onnipotente, al suo primiero destino.
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L'Arcangelo Gabriele, bel Messaggero celeste, discende velocissimo dagli splendori eterni; e, sfavillante di luce, con somma riverenza, annunzia a Maria l'Incarnazione del Figliuol di Dio nel suo immacolato seno. Breve è il colloquio con la Fanciulla ebrea; assicurata è la perpetua verginità della Donna privilegiata; la quale, chinata la fronte, con le braccia incrociate sul petto, pronunzia umilmente il sospirato Fiat: « Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola». Sono queste le parole più belle e più feconde che labbra umane abbiano mai pronunziate; tra esse e le parole dell'Eucaristica Consacrazione, c'è una magnifica corrispondenza: il risultato di queste ultime sarà la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù, come di quelle mariane sarà l'Incarnazione del Verbo Eterno. In un certo senso, le parole della Madonna furono la prima e più potente consacrazione. Mai, perciò, si sarebbero potute dire, più in breve e più opportunamente, cose più grandi. Da quel momento la Beata Vergine divenne il primo e più prezioso Tabernacolo di Gesù. Da quel momento il Figliuol di Dio divenne il Figlio di Maria ed abitò fra gli uomini, per riscattarli dalla schiavitù del demonio. Da quel momento la giustizia e la pace si son dato il bacio del perdono e della riconciliazione. Allora l'Arcangelo Gabriele si prostrò in profonda adorazione, con tutta la Corte Celeste, davanti al Dio umanato. Tacque la Vergine; tacquero gli Angeli: fu il momento del silenzio amoroso; ma cantò la Madre Divina l'inno più tenero del suo immacolato Cuore, e a Lei, palpitanti, si unirono i puri Spiriti del Cielo.
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«Il Signore ha creato tutte le cose per la sua gloria». Egli è l'alfa e l'omega, il principio e il fine di tutte le creature, le quali formano come un imponente, ininterrotto, svariatissimo corteo di spiriti e di corpi, di stelle e di atomi, che, usciti dall'onnipotenza del Creatore, a Lui devono far ritorno. Ma, ohimè! ai primi passi del suo cammino, l'uomo s'è improvvisamente smarrito: diffidente di fronte al comando di Dio, credulo alle promesse ingannatrici dell'infernale serpente, cercò la gloria dov'era follia sperarla. Fu come il soldato, che, spinto dalla febbre di nuove esperienze, tronca vilmente la sua marcia per cambiar bandiera. Così entrò il peccato nel mondo, e furono chiuse le porte del Paradiso; ed ecco la minaccia della giustizia divina, l'ansietà, la spaventosa libertà della caduta, dell'agonia, della morte... Giammai l'uomo sarebbe potuto, da solo, risorgere dall'abisso della sua infelicità, se in suo soccorso non fosse venuto un Liberatore possente. Il Signore, Bene sommo, esigeva, per giustizia, una riparazione di valore infinito, per la colpa dei nostri progenitori. Ed ecco: dopo molti secoli d'ansiosa attesa, scoccò l'ora della Redenzione. Maria SS. « termine fisso d'eterno consiglio», ha pronunziato il Fiat d'una creazione novella e gloriosa, che fece eco al Fiat potente della SS. Trinità « in principio», nella creazione del mondo. In quel medesimo istante si compì il grande mistero dell'Incarnazione: « Et Verbum caro factum est». Dal Fiat della novella Eva sbocciò la vita del novello Adamo, del Cuore misericordiosissimo di Gesù, sorgente inesauribile di vita e di santità. Oh! quanto fu umile ed eroica la Madonna nell'inchinarsi docilmente alla volontà di Dio. Ella sapeva quanto avrebbe dovuto soffrire, accettando la divina Maternità; e, ciò nonostante, dimentica di se stessa, pronunziò il suo grande « sì», divenendo perciò la Corredentrice del genere umano. Come Gesù Cristo Redentore venne a noi, per mezzo di
Maria; così noi, per mezzo di Maria, dobbiamo andare a Gesù: per Mariam ad
Iesum. È questa la via più sicura e più facile, per raggiungere le sublimi vette della santità e il Paradiso. La Vergine Madre, Regina del Sacratissimo Rosario, faccia sì che a tutte le anime giunga propizia l'eco dell'angelico messaggio.
FIORETTO. Ascoltiamo docilmente le buone ispirazioni, e siamo fedeli ai doveri del nostro stato.
GIACULATORIA. Mater
Salvatoris, ora pro nobis.
ESEMPIO
LA SALVEZZA DELLA CITTÀ DI TOLOSA. Correva l'anno 1475. La città di Tolosa e molti altri territori circostanti erano oppressi da un esercito di barbari, che li saccheggiavano, riducendo intiere città al suolo. Gli abitanti di Tolosa, vedendosi esposti a così grave calamità, implorarono fidenti l'immancabile patrocinio della Regina delle Vittorie. Clero e popolo, unanimi e concordi, si raccolsero nella chiesa di S. Domenico, intorno ad una cara immagine della Madonna del Rosario, e invocarono fiduciosi il suo patrocinio. Alle preghiere, alle lacrime, ai sospiri aggiunsero le più generose offerte. La Santissima Vergine li esaudì. Apparve al Priore dei Padri Predicatori di quella città, assai pio e devotissimo del Rosario, e gli disse: « Figlio, raccogli nella Chiesa Cattedrale tutto il popolo: grandi e piccoli, dotti e ignoranti, ricchi e poveri, uomini, donne, vecchi, giovani e fanciulli, e recita insieme con essi il mio Rosario, dopo averne predicato le glorie. A conferma di quanto ti dico, annunzia ai fedeli che tu, il terzo giorno dopo la vittoria, che porterà il mio popolo, verrai in Cielo a ricevere il premio delle tue apostoliche fatiche». impossibile ridire l'entusiasmo di fede con cui gli abitanti di Tolosa accolsero l'annunzio fatto da quel buon Padre a nome della SS. Vergine. La domenica susseguente, quel santo Priore dei Padri di S. Domenico predicò nella chiesa Cattedrale, gremita di fedeli, alla presenza dell'imperatore Federico
III, dei Grandi della sua Corte, e del Vescovo Alessandro Boscono, Legato a Latere di Sua Santità Sisto
IV. Manifestò, con commozione intensa, ciò che la Vergine gli aveva rivelato e predisse la sua prossima fine. Si pianse per tenerezza; si pregò fervidamente, intrecciando ai piedi di Maria le mistiche rose della sua Corona; e la grazia fu concessa: gli abitanti di Tolosa misero in fuga il nemico. E, dopo tre giorni, il santo Priore dei Padri Domenicani, senza febbre, senza dolori, col sorriso sulle labbra rese la sua bell'anima a Dio. Sparsasi la notizia di siffatti avvenimenti, in tutta
l'Alemagna si fecero pubbliche preghiere e processioni in onore della Madonna del Rosario, e si ascrissero alla sua Compagnia non solo i figli del popolo, ma ancora: l'imperatore Federico, i suoi Cortigiani, e molti Vescovi, Religiosi, Principi, Duchi, Principesse, Duchesse, Abbadesse e Monache. Fu un vero trionfo del Rosario! La strepitosa vittoria della città di Tolosa e gli altri avvenimenti che la coronarono furono riportati nella Bolla Pontificia: Non defuit di Sisto
IV, e nell'altra: Pastoris aeterni di Leone X».
(Avviso:
Nelle meditazioni del mese non sono presenti i Misteri Luminosi)
(Tratto dal libretto "LE INTENZIONI E
I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO" - Sac. A.Monticone - 1952)