UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
2° Dicembre
Il cuore di s. Giuseppe occupato nella vita interiore e nascosta.
Saremmo pur felici ed avventurati se potessimo conoscere con esattezza e precisione a qual fine ed in qual modo furono impiegati tutti i momenti di quella vita interiore e nascosta che Giuseppe praticò, specialmente allorchè dimorò in compagnia di Gesù suo figlio adottivo e della sua sposa Maria, e tutte le particolarità di una vita così preziosa come la sua, e così conforme a quella del suo Gesù, di cui studiava le più piccole azioni per regolarsi in tutto e conformarsi a quel grande modello! Saremmo certo assai contenti di poter conoscere l'ordine, il metodo che teneva nei suoi esercizi di spirito e di corpo, nelle sue devozioni della mattina e della sera, nelle orazioni e letture, nel levarsi, nell'andare a riposo, nel vestirsi, nel prendere le sue refezioni, nel lavoro delle mani, e soprattutto nella condotta che tenne con il suo Gesù, e che Gesù tenne con lui. Ma come conoscere queste ed altre simili particolarità? O Angelo custode di questo gran Patriarca, voi potreste ridirci tutte le belle e sante azioni di lui che tanto sarebbero a noi utili e vantaggiose quanto a lui onorifiche e gloriose. Aiutateci voi a penetrare quei segreti, la cui vista fu per voi sorgente di tante gioie ed allegrezze, e che sarebbe ora per noi un tesoro perenne d'istruzioni.
Ma senza aspettare risposta dall'Angelo possiamo asserire, essendo molto verisimilmente, che il più ordinario trattenimento della vita interiore e nascosta di s. Giuseppe fu un Dio nascosto nel corpo di un bambino chiuso e ristretto nel ventre di una Vergine, nella culla di Betlemme, fra poveri pannicelli, su di un po' di fieno e di paglia, nel deserto dell'Egitto e nella casa di Nazaret. L'oggetto dei pensieri di s. Giuseppe ed il soggetto della sua vita solitaria fu la triplice vita nascosta del Salvatore dell'universo: la divina eclissata dalla naturale ed umana; la gloriosa coperta da un corpo passibile e mortale; la santa ricoperta di un esteriore comune e senza affettazione. Egli dopo aver veduto nascere una volta in mezzo alle tenebre e nel silenzio della notte colui che la fede gl'insegnava esser stato generato in seno all'eterno Padre nello splendore dei santi prima che Lucifero fosse comparso nel cielo, è ben contento di vivere in una santa oscurità a somiglianza del suo Gesù. Gesù era il tutto per lui, e Gesù gli bastava, e le bellezze interne ed esteriori di questo Infante divino lo tenevano talmente legato e stretto alla sua adorabile persona, che non poteva in nessun modo astrarsi da lui, nè trovare altro gusto in altri che in lui, e in nessun altro luogo fuor di quello, in cui si ritrovava il suo amabile Gesù. Ed aveva ragione di tenere una tale vita interiore e nascosta per non essere distratto dall'applicazione attentissima ch'egli faceva sul Verbo di Dio fatto carne, da cui non poteva allontanare un momento i suoi pensieri ed i suoi sguardi. In una parola s. Giuseppe viveva nel mondo come se non vi fosse mai stato, e come se vivesse solo in un deserto, in cui non aveva altro a vedere che Gesù e Maria, altre persone da trattare che questi due grandi Personaggi, poichè a dire il vero, Egli non fu mai meno solo, di quando era e s'intratteneva con essi.
Ed ecco il gran modello che voi dovete aver di continuo innanzi gli occhi, o anime devote, per imitarlo. Egli ama assai le anime raccolte ed interiori, le quali si ritirano nella stanza del loro cuore per adorarvi Iddio nel silenzio e nella quiete, lontane dalla vista e del frastuono delle creature. Fortunate queste anime, se per amor di s. Giuseppe sapranno sradicare dal cuore l'inclinazione naturale di esternare e di render pubblico tutto ciò che può fomentare l'amor proprio, ed accattar lode e gloria presso la creatura. Liberate dalla tirannia di questi fantasmi di vanità, d'interesse e di riflessioni umane, che sono solite corrompere facilmente la bellezza delle opere buone, come le mosche guastano la preziosità dell'anguento con il rimanervi estinte: andiamo dietro al glorioso s. Giuseppe camminando per le vie interiori, vie tanto nemiche della natura, dei sensi e del dissipamento, quanto sono amiche della grazia, dello spirito e del concentramento. Invochiamolo spesso affinchè ci aiuti a morire a noi stessi, alla carne, al peccato, ai piaceri del mondo, e ci ottenga di cominciare quella vita nascosta in Gesù Cristo suo figlio, vita pura, santa, mortificata e del tutto celeste.
Giaculatoria.
O Giuseppe santo, cui toccò in sorte di portare, custodire e vestire il Re dei cieli divenuto Bambino per nostro amore, pregate per noi.
Affetti.
Fortunatissimo S. Giuseppe, ai vostri gloriosi antenati fu promesso il Messia, ed il Messia venne in conformità delle divine promesse, ma dopo il corso di un gran numero di generazioni, e non lo videro che nel desiderio, senza rendere ad esso nessun personale servizio, nè ricevere da lui nessun immediato onore. A voi solo toccò in sorte di vederlo con gli occhi vostri corporei, portarlo sulle vostre braccia, alloggiarlo in casa vostra, alimentarlo con le fatiche e con il sudore del vostro volto, vestirlo, accarezzarlo quale figlio, e ricevere da lui onori ineffabili. Fortunatissimo s. Giuseppe, fiore degli uomini, che foste esaltato da Dio al disopra di tutti i re della terra e de principi della sua milizia, al disopra di quanto possiamo immaginarci. O santissimo Patriarca, rendetemi degno di ricevere quello stesso Gesù che voi trattaste così degnamente e con tanta confidenza ed amore, nella santa Comunione, e di accarezzarlo e stringerlo al mio cuore per modo che io non abbia a separarmi da lui in eterno.
ORAZIONE
A
te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio,
dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità,
che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù,
riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire
e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
FIORETTO: - Recita tre Salve Regina; rivolgi sovente il cuore a Dio e a
Maria.