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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

4° Dicembre

Il cuore di s. Giuseppe modello ed aiuto delle anime interiori.

 

Ammirabile, come vedemmo, fu s. Giuseppe nella sua vita interiore, che si potrebbe dire una continua conversazione con il cielo, ed una continua unione con Gesù e Maria, feconda delle più grandi ed eroiche virtù. Noi non siamo in grado di giungere a tale perfezione. Possiamo per altro, e dobbiamo fare degli sforzi per imitarlo, quanto lo permette la nostra fragilità, con l'applicarci a quell'interno raccoglimento di spirito, a quell'unione di Dio e dolce commercio con Gesù e con la sua santissima Madre, quel fervore e tenera pietà, a quella vita di fede e continua preghiera in cui di continuo si occupò il nostro santo. Quanti imitatori insigni di una tale vita interiore vi furono sempre nella Chiesa di Dio, e ve ne sono anche di presente, e ve ne saranno pur nell'avvenire mossi dagli esempi di s. Giuseppe e principalmente da quelli di Gesù e di Maria! I figli della primitiva Chiesa vivevano nascosti nelle spelonche, nelle caverne e nelle catacombe; la Maddalena nella sua grotta, Maria Egiziaca nel deserto, s. Girolamo in Betlemme, sant'Atanasio in una cisterna, sant'Alessio sotto una scala, vivendo in casa sua da povero senza essere riconosciuto, s. Giovanni Calibita nella sua capanna, s. Felice nella fenditura d'una montagna, s. Giacomo eremita in una tomba, s. Pier Celestino in una oscura caverna. Ed i santi Bernardo con i suoi monaci nelle foreste, Brunone sulle sommità dei monti, e Antonio, e Benedetto, e Basilio, e Carlo, e Pacomio e tanti altri trovaron le loro delizie negli eremi, nelle solitudini, nei monasteri del loro ordine. S. Bonaventura passava la sua vita nel sacro costato di Gesù Cristo, s. Lazzaro nelle sue piaghe, ed un numero sterminato di sante vergini in unione del celeste loro Sposo nei ritiri delle loro case religiose. Tutte queste anime vittoriose della carne e del sangue, e trionfatrici dei nemici invisibili, vissero nel mondo come se ad esso non appartenessero, lasciando con piacere palazzi, delizie, possedimenti, e preferendo generosamente l'oscurità di una vita povera ed abbietta alla vita comoda, lusinghiera e splendida del secolo, disprezzarono le grandezze, le felicità della terra, calpestarono scettri e corone, fuggirono le occasioni di vivere nello splendore, nella vanità, nella stima dei popoli, per abbracciarsi alla croce, ai disprezzi, agli affronti, ai patimenti di ogni maniera: si allontanarono dalla conversazione degli uomini per trattare familiarmente con Dio solo, rinunciarono al padre, alla madre, ai domestici, agli amici, alla loro terra natale per andare a cercare luoghi ritirati e deserti. Queste anime generose e fortunate al tempo stesso, portavano Gesù Cristo nascosto nel loro cuore vivendo della sua vita, anime abbondanti di ricchezze interiori perchè piene di fede, di speranza ed accese di carità, di una umiltà profonda, di una povertà generosa, mortificate, pazienti, coraggiose e perseveranti nel bene, e sempre amanti della vita nascosta, vera e perfetta. Che se la prudenza della carne riguardava come follía e rimproverava come tale la loro condotta, come fece il pretore Quinziano con l'illustre vergine di Cristo sant'Agata, che chiamò la vita dei cristiani da lei abbracciata del tutto indegna di una persona nobile, come ella era, poteva rispondersi, come di fatto rispose per tutti la gloriosa martire suddetta: L'umiltà dei cristiani e la servitù che professano sotto l'amabile impero di Gesù Cristo è preferibile alle ricchezze, alle grandezze, alla gloria e libertà degli stessi re della terra. E' senza paragone miglior cosa vivere nascosti, non curati e disprezzati in compagnia e ad imitazione di Gesù, di Maria e di Giuseppe, e dei santi che si sono in tutti i tempi dedicati alla loro sequela, e dichiarati del loro partito, che menar la vita miserabile dei ciechi mondani. A questa vita dunque conviene appigliarsi; questa è la parte ottima che dobbiamo scegliere. E per ottenere di menare una tal vita, più celeste che terrena e ripiena di pace e di soavità e di celesti consolazioni, occorre adoperare ogni mezzo, e valerci specialmente dell'aiuto del nostro caro santo, il quale oltre l'essere di una tal vita il modello, è al tempo stesso un aiuto potente per intraprendere il tenore della medesima. «Un giovine pastore di pecore, semplice e senza lettere, trovò in questa umile occupazione mille mezzi da crescere nella perfezione del suo stato. Sebbene egli non facesse cosa alcuna di straordinario, nè avesse occasione di conversare con persone di spirito, egli era pieno di grazie e di doni interni, e così sublimi che rapiva di ammirazione quelli che lo conoscevano. Aveva questo pastorello una devozione tutta particolare a s. Giuseppe che egli chiamava suo protettore, suo direttore, e diceva che s. Giuseppe era il maestro delle anime che amano la vita umile e nascosta, come era stata ed era attualmente la sua». Anime pie, indirizzatevi anche voi a questo gran santo, ed otterrete l'eredità preziosissima della vita interiore, avendo egli, secondo l'espressione di un suo devoto, la sopraintendenza generale sulle anime, la virtù delle quali è nascosta in questo mondo. Andate dunque alla scuola di s. Giuseppe, ed egli vi servirà da maestro e da guida, e v’introdurrà in questa terra promessa, nella quale scorrono i ruscelli di delizie spirituali; da lui apprenderete che i mezzi per giungervi sono il silenzio, il raccoglimento, la preghiera, la purità di cuore, la vigilanza sopra i vostri sentimenti, e soprattutto la mortificazione delle passioni e dell'amor proprio.

 

Giaculatoria. 
O Giuseppe santo, che foste nei viaggi scorta sicura e compagno fedele di Gesù e di Maria, pregate per noi.

 

Affetti. 
O amabilissimo s. Giuseppe, se Mosè gran servo di Dio fu destinato dal cielo ad essere il condottiero del popolo d'Israele nel lungo e disastroso viaggio che fece nel deserto per il corso di tanti anni, voi immensamente più fortunato di lui serviste di scorta sicura e di fedele compagno, non già al popolo, ma al Dio stesso d'Israele fatto uomo per noi, ed alla sua santissima e degnissima Madre nei lunghi e penosi viaggi che intrapresero, mentre erano su questa terra visibili mortali. Voi, sebbene attraverso mille disagi e pericoli, sapeste così bene corrispondere ai disegni del cielo che Gesù e Maria trovarono in Voi il loro appoggio, il loro conforto, la loro sicurezza. Quante virtù praticaste in tali congiunture, quanti meriti accumulaste, quanto doveste divenir più che mai caro a così distinti personaggi! Deh! in vista di tali servizi prestati al figlio ed alla sposa degnatevi di essermi guida e scorta fedele nel pericoloso viaggio che dal tempo deve condurmi all'eternità.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Recita nove Ave Maria per ottenere l'umiltà.

 

 

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