UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
5° Dicembre
Il cuore di s. Giuseppe assorto in una continua contemplazione.
L'evangelista S. Luca scrisse di s. Giuseppe ch'egli era rapito in ammirazione appena udiva parlare in vantaggio di Gesù suo figlio. Pretese con ciò l'Evangelista non già di toccare di passaggio una circostanza particolare della sua vita, ma di fare un compendio di tutta la storia di questo santo sposo di Maria, racchiudendo in poche parole quasi tutte le sue azioni. Che faceva egli dunque stando applicato al lavoro nella sua bottega, avendo vicino il giovinetto Gesù? Stava come rapito in una continua estasi. A cosa si applicava il suo spirito nei viaggi? Contemplava le infinite perfezioni di quel Dio fatto uomo che portava fra le braccia. Quali erano le sue occupazioni nell'esilio dell'Egitto, lontano dal commercio degli uomini? Una continuata orazione, nella quale passava la sua vita non solo vegliando, ma anche dormendo, come pensano alcuni Dottori.
E cosa veramente meravigliosa che l'angelo mandato da Dio a Giuseppe per comunicargli le sue disposizioni lo trovasse sempre addormentato. Vi è chi dice che si scegliesse a bella posta il tempo del sonno dallo Spirito celeste per farci comprendere l'eccellente virtù di Giuseppe nell'apparirgli con un modo più raro e più glorioso che agli altri santi. Vi è pure chi riflette che il sonno di questo gran Patriarca non era puro effetto della natura, ma della grazia che non lasciava di operare nell'anima sua anche quando dava qualche riposo al corpo; e si tratteneva in quel silenzio spirituale ed in quel mistico sonno dove i contemplativi si riposano in Dio dopo d'essersi a lui perfettamente uniti. Sembra però più verisimile il sentimento di chi crede che il sonno di Giuseppe fosse rapimento od estasi, dal quale fu assorto presso che in tutta la sua vita. Il sonno ch'ebbe s. Pietro, nella prigione fu molto differente da quello del nostro santo. Perchè aprisse gli occhi e si scuotesse fu d'uopo che l'angelo del Signore apparendogli, facesse sfolgorare i suoi raggi luminosi, e lo scuotesse per farlo destare dal suo profondo sonno. Ogni qual volta ebbe a parlare a Giuseppe l'angelo mandato da Dio si presentò a parlargli mentre dormiva. Non ebbe a far altro che presentarsi, annunziargli le divine disposizioni per esser tosto riconosciuto, rispettato, ascoltato ed ubbidito, perchè questo gran santo, in cui le funzioni della natura non impedivano le operazioni della grazia, aveva un sonno che più estasi che sonno poteva chiamarsi;
assai agevole riusciva a Giuseppe l'ascoltare un angelo nel medesimo tempo in cui la sua mente era occupata in quel Dio che lo inviava, potendo dire anch'egli: Io dormo, ma il mio cuore veglia. Tale doveva essere, al dir del Crisostomo, il benedetto s. Giuseppe, e tale fu in realtà, giacchè mentre i suoi sensi esterni erano occupati dagli affari importanti che dal cielo gli erano stati affidati per il governo della più santa famiglia ch'abbia mai vista la terra, il suo cuore
si riposava in Dio, dopo essersi sollevato con il favore della contemplazione sopra tutto il creato, e dopo d'essersi disfatto da tutte le idee importune delle cose sensibili; simile agli angeli i quali operano sulla terra senza perdere nè la rimembranza, nè il gusto delle cose del cielo.
L'occupazione dell'anima grande di s. Giuseppe in una continuata meditazione e contemplazione divina ha dell'ammirabile ed inarrivabile, ma ha pure al tempo stesso dell'imitabile. Non puoi tu, o anima devota, esser sempre occupata in Dio per l'incostanza e leggerezza della tua mente: puoi però pensare spesso a lui, e valerti perciò del gran mezzo ch'è la presenza di Dio; e puoi darti giornalmente per qualche tempo determinato alla considerazione delle cose celesti e delle eterne verità, tanto necessaria a chi vuol camminare per il sentiero della perfezione. Segui dunque così da lontano, se non puoi da vicino, il glorioso s. Giuseppe, e pregalo che ti ottenga la grazia dello spirito di preghiera e di raccoglimento tanto necessario per tenere elevata la mente e il cuore a Dio.
Giaculatoria.
O Giuseppe santo, che prima di venire alla luce foste santificato nel seno materno, pregate per noi.
Affetti.
Se voi, o gran Patriarca, non andaste esente dalla infezione del peccato d'origine a cui andò soggetta la massa dei figli di Adamo, tranne la vostra sposa santissima, foste però, da Dio purificato nel seno di vostra madre e santificato a riguardo di Gesù Cristo di cui voi dovevate essere padre putativo, e di Maria sua madre, di cui dovevate essere vero sposo. A Geremia ed al Battista toccò pure in sorte un tal privilegio; al primo perchè era destinato Profeta dei misteri del Cristo, al secondo perchè doveva esserne il Precursore. Quanto più a voi si doveva una tale prerogativa, che foste destinato a comunicare intimamente con il Salvatore del mondo e con la Vergine madre di lui, ed esser capo di una così santa famiglia? Mi rallegro con voi per il bel privilegio, in vista del quale vi prego ad ottenermi la grazia di vivere sempre immune dal peccato, e di attendere di continuo a purificare l'anima mia dai peccati commessi con una degna penitenza.
ORAZIONE
A
te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio,
dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità,
che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù,
riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire
e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
FIORETTO: - Recita un atto di Carità; e tre volte
" Sia benedetta la santa ed immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Madre di
Dio"; privati della cosa a cui ti senti più attaccato.