UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
24° Dicembre
Il cuore di s.
Giuseppe ricevette sempre nuovi aumenti di gaudio.
Se noi facciamo attenta riflessione, troveremo che i gaudi e le consolazioni che provò il cuore di s. Giuseppe sulla terra non furono sterili come lo sono in qualche modo quelli dei beati del cielo, ma fecondi. Dissi come lo sono quelli dei beati, e con ragione, perchè sebbene siano grandissimi i piaceri dei santi, sono nondimeno sterili, in quanto non producono altri piaceri, e l'anima gustandoli in paradiso non si rende degna da quel tempo in poi di riceverne di più grandi. Per esempio, s. Pietro non è ora più beato di quel ch'era mille anni fa, e la misura del gaudio che Iddio gli fece sentire quando entrò in cielo, non è cresciuta dopo tanti secoli. Ma Giuseppe ebbe il vantaggio che su questa terra s'immerse come in un oceano di delizie feconde; perchè questo gran Santo meritò in ciascun momento della sua vita che questo oceano di piaceri, per così dire, si accrescesse da altri oceani di piaceri ancora più immensi di quello, di dove si era la prima volta riempito.
Descrive s. Giovanni nella sua Apocalisse un torrente misterioso che esce dal trono di Dio e si sparge per tutto il paradiso. Questo è quel torrente, ove i santi sono gloriosamente sommersi, al fine di condurvi per tutta l'eternità una vita piena di delizie. Soggiunge inoltre l'amato discepolo, che alla riva di quel torrente vi era un albero che produceva frutti dodici volte l'anno. Se domandiamo ai sacri interpreti chi sia quell'albero, ci risponderanno esser Giuseppe vivente ancor sulla terra; perchè è vero che non era ancora sommerso in quel mare di delizie ove i santi vivranno per tutta l'eternità, ma era piantato alle sponde, ed
innaffiato da quelle acque salutari per significare che almeno molto partecipava dei piaceri eterni dei santi, e che era come anticipatamente beato. E' da riflettersi inoltre come quell'albero fecondo produceva frutti in abbondanza; perchè Giuseppe in quello stato di beatitudine anticipata non lasciava di meritare producendo frutti delle sue buone opere con tale fertilità, come sarebbe quella di un albero in terra che desse frutti in abbondanza non una, ma dodici volte l'anno. Il vero gaudio del Signore, intendetelo bene, o anime devote, si aumenta nel cuore a misura che in esso si aumenta l'amore. Chi più ama, più gode. E quando si parla di amore non si vuole intendere un amore sterile ed infecondo che si ferma in espressioni, in affetti e niente più. L'amor vero va accompagnato dalla virtù, anzi da più virtù, e da quelle che formano il vero amore, e che vengono accennate da s. Paolo quando dice che la carità è lenta all'ira, benigna, non invidiosa, non procede perversamente, non è superba, non ambiziosa, non opera disonestamente, non s'inasprisce, non pensa male, non si rallegra
dell'iniquità, ma gode della verità: tutto soffre, tutto crede, tutto spera, tutto sostiene. Queste sono le qualità, le proprietà, i caratteri, le virtù annesse all'amore. Tale sia l'amore del vostro cuore, amor fecondo che produca i suoi frutti non più volte l'anno, ma ogni dì, e più volte al dì, ed ogni qualvolta si presenta opportuna l'occasione. Crescendo in tal guisa il vostro amore, crescerà anche il gaudio del Signore, e sarete felici.
Giaculatoria.
O Giuseppe santo, che ardeste sempre di amore per Gesù e per Maria, pregate per noi.
Affetti.
O amantissimo s. Giuseppe, è cosa pur dolce per noi chiamarvi con i bei nomi di padre di Gesù e di sposo di Maria, nomi di amore, nomi di tenerezza e di virtù, nomi di rispetto e di dolcezza, nomi di grandezza e di gloria, ma fu cosa dolcissima per voi l'essere al possesso di qualità tanto eccelse e sublimi, e di aver piena l'anima e il cuore di un amore ineffabile nell'esercizio delle medesime. Voi tutto acceso di amor coniugale e paterno viveste sempre ed unicamente per la vostra Sposa e per il diletto vostro Gesù, e le frequenti occasioni che aveste di servirli vi fece trovare facili le grandi difficoltà, gustosi i pericoli, dolci i patimenti, gloriosi i disprezzi e deliziose le pene. L'amor divino vi costrinse dolcemente a spremere dal corpo fino all'ultima stilla il sudore, a tirare dalle vene tutto il vostro sangue, a disporre assolutamente della vostra vita ed a convertirvi in cenere, se vi fosse stato bisogno, per servire questi due diletti personaggi. O amore inarrivabile di Giuseppe! Voi sì che riempiste perfettamente la misura dei titoli tanto
pregevoli di padre di Gesù e sposo di Maria. O Giuseppe, padre veramente amantissimo e sposo affezionatissimo, padre e sposo senza pari, chi mai potrà parlare degnamente e lodare a
sufficienza gli eccessi della vostra dilezione? Oh potessi in qualche modo imitarvi! Potessi avere nel mio cuore una scintilla del vostro amore!
ORAZIONE
A
te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio,
dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità,
che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù,
riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue,
e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia,
l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio,
affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire
e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)
FIORETTO: - Recita tre Pater ai tre SS. Cuori: ripeti sovente; Gesù, vieni nel mio cuore