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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

25° Dicembre

Il cuore di S. Giuseppe ricevette sempre nuovi aumenti di gaudio (continuazione).

 

Il tempo della vita è tempo di quella spirituale negoziazione che ci viene raccomandata da Cristo nel suo Vangelo; negoziazione che facendosi con tutto l'impegno, ci porrà in grado di far acquisto di grandi tesori di meriti per l'altra vita. In questo tempo che ci viene accordato dalla bontà di Dio dobbiamo occuparci a far del bene, come ci esorta s. Paolo, e questa occupazione è la negoziazione che ci viene inculcata. Quanto è importante avvalerci anche dei minuti di tempo e delle più piccole occasioni per aumentare i nostri meriti! Verrà presto quella notte, nella quale non si potrà più operare nè fare nuovi acquisti di meriti. Con la morte termina il tempo di meritare, ed il merito dei santi finisce di crescere in quel momento in cui dal tempo passano all'eternità. Così la loro ricompensa è determinata, ed i loro piaceri, che sono l'essenza della felicità, non potranno aumentarsi. Non così può dirsi della beatitudine che il glorioso s. Giuseppe godeva su questa terra al pari dei santi del paradiso. Mentre egli dimorò in questo luogo di esilio fu sempre occupato nelle pratiche di tutte le virtù che accrescevano il suo merito ad ogni momento, e perciò non è da meravigliarsi se i suoi gaudi e godimenti si raddoppiavano in tutte le ore della sua vita, e divenivano sempre maggiori. Oltre a ciò il Salvatore del mondo venuto fra di noi volle accomodarsi all'ordine della natura, e manifestarsi, crescendo a poco a poco come gli altri uomini. Egli scopriva pertanto di giorno in giorno al caro suo padre qualche nuovo raggio delle sue perfezioni divine a misura che si avanzava in età. In un giorno l'amabile Figlio dava qualche saggio di sapienza infinita, in un altro faceva risplendere la sua autorità assoluta sopra le sue creature, e permetteva in qualche altra occasione alla sua magnificenza, o alla sua prudenza, o alla sua misericordia di palesarsi. E quel divin fiore dei campi non più ristretto nella radice di Jesse, non più chiuso nel rampollo, non più nascosto nel suo bocciolo, non inviluppato tra frondi che lo nascondevano agli occhi, si spendeva, se così è permesso di esprimermi, a poco a poco, e graziosissimamente alla presenza di Giuseppe, ed esalava nel di lui cuore i profumi più deliziosi e soavi. Così i piaceri celesti di questo Padre vergine crescevano e si aumentavano in tutti i momenti della sua vita, e perciò in questo senso la Chiesa asserisce essere egli in certo modo più beato in terra che i santi nel paradiso. E non aveva egli difatti con sè in tutti i momenti il Verbo di Dio umanato? Non aveva sempre dappresso la madre del medesimo Verbo e sua vera sposa? E quando mai v'ebbe uomo al mondo che avesse al pari di Giuseppe il paradiso sulla terra, ed una vera beatitudine capace sempre di essere aumentata? O Santo benedetto quale sorte incomparabile fu mai la vostra! E perchè non ci adoperiamo anche noi, anime devote, a renderci in qualche modo a lui somiglianti? Perchè non ci affrettiamo a crescere ogni giorno nelle virtù proprie del nostro stato, perchè non percorriamo alacremente le vie della perfezione cristiana, perchè non nasce in noi un santo zelo di formarci un buon capitale di meriti, perchè a forza di continui sacrifici e mortificazioni non ci disponiamo a ricevere quelle celesti consolazioni, quei conforti divini che servono a prender nuova lena e vigore nell'arduo impegno in cui ci ritroviamo? Perchè non passiamo la nostra vita in compagnia di Gesù, in cui sono tutti i tesori della scienza e sapienza divina e la vera sorgente delle eterne dolcezze? Perchè non ci avviciniamo sempre più alla causa delle nostre spirituali allegrezze, Maria, a colei che è il gran mezzo di nostra santificazione? Ah preghiamo s. Giuseppe che ci ottenga queste belle grazie nel tempo che Iddio per sua misericordia ancora ci concede per la nostra santificazione!

 

Giaculatoria.
O Giuseppe santo, che restituiste il vostro spirito al creatore per le mani di Gesù e di Maria, pregate per noi.

 

Affetti.
O degnissimo s. Giuseppe, anche per voi venne il momento di pagare il tributo alla morte, per voi che pur meritavate di vivere eternamente. Venne il momento di separarvi da Gesù e da Maria, dopo aver degnamente compiuta l'opera che l'eterno Padre vi aveva affidata di assistere l'uno e l'altra con le vostre sollecitudini e cure amorose. E voi vedendovi ridotto a tale necessità di lasciare la vita e con la vita quelli che della stessa vita vi erano incomparabilmente più cari, vi credeste in dovere di rendere le più vive grazie al figlio ed alla sposa per gli innumerabili beni che da essi avevate ricevuti. Oh quali atti di fede, di speranza e di amore praticaste a loro riguardo! Ma quale assistenza, quali consolazioni, quali promesse non riceveste in contraccambio per parte loro! Voi domandate la benedizione al Benedetto da tutte le nazioni, e ricevutala larghissima, abbondantissima, e pronunziati con tenerezza di affetto i nomi santissimi di Gesù e di Maria, quasi voleste dar loro l'ultimo addio, rendeste dolcemente lo spirito al suo Creatore nelle mani del vostro Figlio putativo e della Vergine vostra sposa. O morte soavissima e preziosissima che ebbe per testimonio e per aiuto, il Verbo di Dio umanato e la sua divina Madre! Deh mi si conceda per Voi, dilettissimo s. Giuseppe, da Gesù e da Maria una buona e santa morte!

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Cinque Pater a Gesù; digli che ti cambi il cuore.

 

 

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