LUNEDI'
SANTO
Il lunedì siamo condotti a
Betania, sei giorni prima della Pasqua. Il racconto è in Giovanni (12,1-11): in casa di amici, ha luogo un banchetto. Marta serve, Lazzaro, che Gesù ha risuscitato, è uno dei commensali; Maria, presa una libbra di nardo puro, cosparge e lava i piedi di Gesù con il profumo che si spande e riempie tutta la casa. Il momento è densamente significativo: alcuni si scandalizzano ma Gesù gradisce molto il gesto d’amore folle della donna: in realtà, quel profumo è per la sua sepoltura. Quando, infatti, egli morirà e sarà sepolto, poiché gli amici non avranno il tempo per tergere il suo corpo e profumarlo come avrebbero voluto, il solo profumo che rimane è quello di
Betania. Esso resta anche come segno della dedizione e consegna di Maria al Maestro, come se lei stessa fosse divenuta il profumo di Gesù. La sola unzione che Gesù ha ricevuto in vista della morte, è questa.
In questo lunedì leggiamo il primo Canto del Servo del Signore (Is 42,1-7).
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MARTEDI'
SANTO
Il martedì la Chiesa si sofferma sulla consapevolezza di Gesù che lo tradiranno, proprio uno dei Dodici ed anche Pietro
(Gv 13,21-33.36-38). Possiamo dire che ha inizio quella intima sofferenza di Gesù che culmina nel Getsemani e che alcuni mistici, come la Beata Camilla Battista da Varano, e J.H. Newman, chiamano: «I dolori mentali del Salvatore».
Il secondo Canto del Servo (Is 49,1-6) apre una breccia per farci conoscere l’intima consapevolezza di Gesù nell’imminenza della passione, la sua fiducia e la sua preghiera di abbandono.
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MERCOLEDI'
SANTO
Il Mercoledì Santo ricordiamo la triste storia di uno che è stato Apostolo di Cristo: Giuda. Così ne parla S. Matteo nel suo Vangelo:
Uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse:
“Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?”. E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
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Sacro
Triduo Pasquale:
Il Santo Triduo è il vertice di tutto l’anno liturgico.
La Messa del giovedì sera è già l’inizio del Triduo santo della passione, morte, sepoltura e risurrezione del Signore che termina poi con i Vespri della domenica di Pasqua.
GIOVEDI'
SANTO - ULTIMA CENA
Il giovedì, al mattino, una sola Eucaristia nelle diocesi, per la consacrazione degli Oli Santi e la memoria del Sacerdozio unico di Gesù, partecipato a tutto il popolo e per esso, in maniera tutta speciale, ai vescovi, presbiteri e diaconi.
È la festa di tutto il popolo sacerdotale e, per questo, i fedeli sono invitati a partecipare insieme al vescovo e agli altri ministri ordinati. Vengono benedetti: il crisma, olio d’oliva o di altre piante misto ad essenze profumate, olio che consacra i re, i profeti e i sacerdoti, nel battesimo, nella cresima, nell’ordine e nei segni dell’altare e dell’edificio chiesa; l’olio per i Catecumeni, che conferisce la forza dello Spirito per la lotta contro il male; l’olio degli infermi che dona lo Spirito Santo per offrire in sacrificio il proprio dolore, strappargli la sua negatività e farlo divenire redenzione e salvezza unendolo a quello di Gesù, guarendo lo spirito e spesso anche il corpo dei fedeli.
La sera del giovedì santo: «Messa nella Cena del Signore»
All’inizio della Messa nella Cena del Signore, sono recati in processione gli Oli nuovi che tutta la comunità saluta ed accoglie; il diacono o il sacerdote li depone sulla mensa dell’altare, li incensa e poi va a deporli nella loro custodia che solitamente è presso il battistero; verranno usati nella notte di Pasqua per i sacramenti ai battezzandi.
La Chiesa fa memoria questa sera dell’Istituzione dell’Eucaristia, del sacerdozio ministeriale e ricorda il «mandato» del Signore: «Fate questo in memoria di me», «Amatevi come io vi ho amato », fino a consegnare la vostra stessa vita.
Ogni comunità si raduna attorno ai propri presbiteri nell’unica celebrazione. L’Evangelo di Gesù che lava i piedi ai suoi durante la cena, è l’altro modo per dirci che cosa egli fece della sua vita; è la sconvolgente manifestazione di Dio che si china dinanzi agli uomini per compiere un gesto da schiavo, per deporre ai loro piedi la propria vita, tutta versata per lavarli.
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VENERDI'
SANTO nella passione del Signore
In questo giorno, per antichissima tradizione, la Chiesa non celebra l’Eucarestia. La Liturgia che si celebra oggi è detta «Celebrazione della Passione del Signore», essa è una vera azione sacramentale cui bisogna dare precedenza sul pio esercizio della «Via Crucis», invitando i fedeli a parteciparvi numerosi. L’azione liturgica si svolge verso le ore 15 che corrispondono all’ora nona della morte del Signore sulla croce
(cf Mt 27,45) a meno che, per motivi pastorali, non si ritenga necessario disporla per altro orario, ma non oltre le ore 21.
La liturgia si svolge in tre momenti:
1. Liturgia della Parola;
2. Adorazione della Croce;
3. Comunione eucaristica.
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SABATO
SANTO Veglia Pasquale
«Per
antichissima tradizione questa è la notte di veglia in onore del Signore»
(Es 12,42). I fedeli, portando in mano, secondo l’ammonimento del Vangelo
(Lc 12,35 ss), la lampada accesa, assomigliano a coloro che attendono il
Signore al suo ritorno in modo che, quando egli verrà, li trovi ancora
vigilanti e li faccia sedere alla sua mensa. L’intera celebrazione della
Veglia pasquale si svolge di notte; essa quindi deve incominciare dopo
l’inizio della notte e terminare prima dell’alba della domenica»
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