UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

21° Marzo

 

S. GIUSEPPE PROTETTORE DEI MORIBONDI 

 

(Il Signore) lo fece simile ai santi nella gloria, lo fece grande e terribile per i nemici, e alle sue parole fece cessare gli orrendi prodigi. Lo glorificò nel cospetto dei re, gli diede i suoi ordini dinanzi al popolo, e gli mostrò la sua gloria. Per la sua fedeltà e mansuetudine lo fece santo, lo scelse tra tutti i viventi. (Ecl. 45,2-4). 

 

1. Dal momento della morte dipende l'eternità: o sempre salvi, o sempre perduti. E tuttavia in morte molte sono le difficoltà. Il moribondo, quando la morte è preceduta da malattia, è sorpreso dai ricordi del passato, dal timore dei giudizi di Dio, dalle ansietà di spirito e dai dolori del male. Inoltre il demonio accorre con grande ira, sapendo che poco tempo gli rimane per guadagnare l'anima. Quando poi la morte arriva improvvisa, per un male ripentino, o per un incidente, o nel sonno stesso, una preparazione prossima riesce impossibile. Ed anche quando la morte è preceduta da malattia, spesso l'infermo ignora il suo stato per circostanze varie; oppure gli riesce difficile ricevere i conforti religiosi; od anche manca il sufficiente dolore. Quanto bisogno di S. Giuseppe, eletto protettore degli agonizzanti! 

 

2. S. Giuseppe fece una morte santissima. Primo: perchè venne assistito da Gesù e da Maria SS., che gli suggerirono i pensieri più belli e gli affetti più santi. Poi, perchè la vita di San Giuseppe fu la vita del giusto. «Giuseppe essendo giusto», aveva accumulato continuamente tesori di cielo. Egli era stato fedelissimo custode di Maria; aveva compiuto santamente l'ufficio di padre e nutrizio rispetto a Gesù. Aveva nella sua verginità amato solo e sempre il Signore con tutto il suo cuore. Perciò in quel momento era consolato dal pensiero del passato; ed aveva la più certa speranza di un incontro dolcissimo col Padre Celeste. Perciò si può dire di lui: «Ecco come muore il giusto!». Preziosa è innanzi a Dio la morte dei santi! 

 

3. Il Divino Maestro ci ammonisce di star sempre preparati alla morte: «Vegliate su voi stessi affinchè i vostri cuori non siamo oppressi dall'ubriachezza e dalle preoccupazioni della vita presente e la morte non vi colga all'improvviso come un ladro. Vigilate, pregando in ogni tempo, perchè possiate sfuggire tutte queste cose che avverranno; e possiate comparire (con fiducia) innanzi al Figlio dell'uomo» (Lc. 21, 34). S. Giacomo scrive riguardo della immediata preparazione alla morte: «Qualcuno tra di voi si ammala? Chiami i sacerdoti della Chiesa: ed essi preghino su di lui; e lo ungano con olio nel nome del Signore. La preghiera fatta con fede salverà l'infermo; il Signore lo conforterà e se ha commessi peccati gli verranno perdonati» (Gv. 5, 13). Prima ancora la confessione ed il Viatico. 

 

ESAME. - Penso abitualmente che la vita è preparazione alla morte ed all'ingresso in cielo? Ordino tutto al cielo? Invoco S. Giuseppe per i morenti e per me? 

 

PROPOSITO. - Una volta al giorno dirò la giaculatoria: «O S. Giuseppe, padre putativo di Gesù Cristo e vero sposo di Maria Vergine, pregate per noi e per gli agonizzanti di questo giorno (o di questa notte)». 

 

PREGHIERA. - Ricorro a te, o S. Giuseppe, patrono dei morenti; ed a te che fosti assistito in morte da Gesù e Maria, raccomando me stesso e tutti gli agonizzanti: affinchè negli estremi momenti ci difenda dalle insidie del demonio e dall'eterna dannazione; ci chiuda in pace gli occhi alle cose della terra per aprirceli a contemplare Dio faccia a faccia in cielo.

 

 

FIORETTO: - Fissa il Crocifisso, dicendo: Ecco un Dio, maltrattato per mio amore. Fa una mortificazione.

 

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