UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

22° Marzo

 

IL PECCATO MORTALE - V 

 

Or quando lo spirito immondo é uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi in cerca di riposo, e non lo trova. Allora dice: Tornerò a casa mia da cui sono uscito, e quando vi arriva, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va a prendere con sè altri sette spiriti peggiori di lui ed entrando in essa, vi si stabiliscono, e l'ultimo stato di quell'uomo divien peggiore del primiero. Così accadrà anche a questa generazione malvagia ( Mt. 12, 43-45). 

 

1. Produce altre rovine nell'anima. E' come una terribile grandinata sopra una vigna ricca di abbondanti grappoli, vicini a maturità. Crea l'abitudine. E' una china su cui la volontà facilmente scivola verso il male. Arriva a far nascere il bisogno; impone talora una specie di necessità. Il ripetuto uso della menzogna crea l'istinto perverso di mentire, falsare sempre. I ripetuti furti portano alla cleptomania, cioè al bisogno di rubare anche senza l'idea del lucro. Gli atti disonesti formano prestissimo un appetito quasi incontenibile per le cose vili. Povero essere avvelenato profondamente in tutte le potenze! Dice: questa sera sarà l'ultima volta! Ma ciò sarà per un giorno, o per una settimana; poi la sete sarà più ardente, più tiranna. 

 

2. Quest'abitudine, che finisce col costringere, ha quattro conseguenze: a) Cecità della mente. Non si comprende più: nè la gravità del peccato, nè il pericolo, nè ciò che è sacro, nè il proprio stato. b) La durezza del cuore che diviene indifferente a ciò che è santo, bello; prova solo più soddisfazione nelle miserabili cose della terra. c) Debolezza della volontà: la forza di resistenza sarà minore, la caduta più pronta, più profonda, più vergognosa. d) La carne prenderà il sopravvento, diverrà sempre più tirannica: la golosità, l'avarizia, la sensualità, la pigrizia. Questo infelice se ancora conserva qualche coscienza del suo stato, se ancora misura la gravità delle sue sconfitte quale vergogna, umiliazione e disperazione sentirà nella propria anima! 

 

3. Ed allora, mio Dio, sollevo un velo per vedere le rovine di quest'anima, creata per Te; di poco inferiore agli angeli; destinata a vivere tra i beati del cielo. Comprendo la infelicità di questa esistenza abbandonata al vizio, all'orgoglio. Comprendo pure le rovine morali che dissemina. Comprendo anche la rovina fisica di tale essere. 

 

ESAME. - Ho pietà dei poveri peccatori? Comprendo la loro difficoltà a pentirsi e a risorgere? Compatisco chi lotta e chi soffre? Prego per i peccatori? Sono zelante per la loro conversione? 

 

PROPOSITO. - Ogni giorno farò qualche preghiera, reciterò almeno un'Ave Maria per la conversione dei peccatori. 

 

PREGHIERA. - Vi ringrazio che ancora non sono caduto nella disperazione. Ricordatevi, o Dio, che siamo fatti di fango! E che dal peccato originale abbiamo contratte tante inclinazioni al male. E ciò che più ci umilia si è che le nostre debolezze furono aggravate dai peccati nostri personali. Pietà di noi, o Signore. Convertite i poveri peccatori; date loro grazia di una buona confessione; date loro la perseveranza. Maria, refugium peccatorum, ora pro nobis. 

 

 

FIORETTO: - Sta in silenzio nelle offese, a meno che motivi superiori non ti obblighino a difenderti.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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