UN ANNO CON DON ALBERIONE

 

8° Luglio

 

(CORRISPONDERE ALLE GRAZIE DI DIO)

 

I precetti del Signore son giusti e rallegrano i cuori. Il comandamento del Signore è luce e illumina gli occhi. Santo é il timor di Dio e dura in eterno. I giudizi di Dio son veri e giusti in se stessi. Sono da desiderarsi píú dell'oro e delle pietre preziose, sono piú dolci del miele, del miele che distilla dai favi. Il tuo servo li osserva diligentemente, e nell'osservarli (trova) gran ricompensa. Ma ì peccati chi li conosce? Assolvimi da quelli che mi restano occulti (Sal. 18, 9-13). 

 

1. Corrispondere alle grazie di Dio e temere i castighi riservati agli ostinati (..). Il Signore è Padre buono, che ci segue con tanta bontà: ci vuole salvi; ci vuole santi. Ma guai a chi si fa sordo ai Suoi inviti e ispirazioni. Nessun popolo fu piu favorito da Dio di Israele, chiamato il popolo eletto per eccellenza. Nessuna città di Israele ebbe più cure da parte del Salvatore di Gerusalemme. Israele si ostinò; Gerusalemme fu sorda agli amorosi inviti di Gesù; e ne preparò la crocifissione e la morte. Ed ecco il Vangelo (..): «In quel tempo: essendosi Gesù portato vicino a Gerusalemme e scorgendo la città, pianse su essa, dicendo: Oh! se in questo giorno avessi conosciuto, anche tu, quello che occorreva per la tua pace...; ma tutto ciò è ormai nascosto ai tuoi occhi. Perciò verranno dei giorni per te, quando i tuoi nemici ti circonderanno con trincee e assedieranno e angustieranno te da ogni parte; e getteranno a terra te e i tuoi figli che abitano in te, e non lasceranno in te pietra su pietra, poichè non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Ed entrato nel tempio, cominciò a cacciare quanti lì dentro vendevano e compravano, dicendo loro: Sta scritto: la mia casa è casa di preghiera. Voi invece ne avete fatta una spelonca di ladri. E ogni giorno insegnava nel tempio» (Lc. 19, 41-47). 

 

2. Anche molto chiara è l'Epistola che ci parla dell'ingratitudine degli Ebrei caduti nell'idolatria nel deserto; dove adorarono il vitello d'oro. «Fratelli: non bramiamo le cose cattive che quelli (i Giudei) desideravano. Nè siate idolatri così come alcuni di loro, dei quali è stato scritto: Il popolo si assise per mangiare e bere e si alzò per tripudiare. Nè fornichiamo come alcuni di loro fecero, e in uno stesso giorno ne caddero ventitremila. Non tentiamo il Signore come alcuni di loro, i quali perirono vittime dei serpenti. Non mormorate, come alcuni di essi mormorarono e perirono per opera dello sterminatore. Tutte queste cose, del resto, accaddero loro per servire di esempio e sono state scritte per mettere in guardia noi, che siamo venuti alla fine dei tempi. Così chi pensa di star dritto, guardi di non cadere. Non vi è sopravvenuta mai alcuna tentazione maggiore delle vostre forze: Dio è fedele e non sopporterà che voi siate tentati sopra le vostre forze, ma darà il mezzo, insieme con la tentazione, affinchè voi possiate vincerla» (1 Cor. 10, 6-13). 

 

3. Molti, tra gli Ebrei, corrisposero alle grazie del Signore e si salvarono. Nel popolo eletto Dio ebbe dei servì fedeli che raggiunsero la santità. Anche quando Gesù Cristo predicò la Sua celeste dottrina, molti Lo accolsero, come gli Apostoli e tanti altri. Cosi oggi si ripete la medesima cosa. Vi è chi ha orecchi e non sente; vi è chi ha lingua e non prega. All'incontro vi sono anime belle che ascoltano, pregano, praticano; e si salvano. 

 

ESAME. - Sono sensibile alla divina grazia? Corrispondo alle ispirazioni buone? 

 

PROPOSITO. - Devo ascoltare, meditare, ricavare frutto da questo tratto di Vangelo. Pregherò perchè la parola di Dio non cada in un cuore insensibile. 

 

PREGHIERA. - O Divino Spirito, insegnatemi ciò che Gesù ha predicato. Datemi intelligenza per capire; memoria per ricordare; volontà docile per praticare; cuore generoso per corrispondere ai Vostri inviti. Togliete da me il cuore di pietra per sostituirvi un cuore sensibile. 

 

FIORETTO. — Signore, prima morire che peccare; sette Gloria Patri allo Spirito Santo per avere i suoi doni.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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