UN ANNO CON IL SACRO CUORE

 

26° Giugno

 

IL CUOR DI GESU' NELL'EUCARISTIA: ABNEGAZIONE ED ANNIENTAMENTO 

 

Si abbiano tra di voi gli stessi sentimenti che (furono) in Cristo Gesù: il quale essendo nella forma di Dio, non credette che fosse una rapina quel suo essere uguale a Dio; ma annichilò se stesso, presa la forma di servo, fatto simile agli uomini, e per condizione riconosciuto per uomo. Umiliò se stesso, fatto ubbidiente fino alla morte, e morte di croce (Ai Filipp., II, 5). 

 

1° Preludio. Se Gesù si è umiliato ed annientato prendendo la natura umana, che dire della forma eucaristica, che ha assunto? 

 

2° Preludio. Datemi, Signore, il sentimento dell'umiltà e dell'annientamento ai vostri piedi per onorare la vostra maestà eterna. 

 

1° PUNTO: Gli abbassamenti eucaristici. — «Chi potrebbe scoprire un Dio sotto le specie sacramentali, sotto il velo che lo ricopre, e l'oscurità che lo circonda? La fede sola può penetrare il mistero di questi incomprensibili abbassamenti. «Sotto queste apparenze di poco pane mi si nasconde un Dio! Egli potrebbe usare la potenza, mostrare la gloria ed attirare tutti i cuori a sè e non lo fa!... L'opera del Padre si compirà nel colmo dell'annientamento, dell'umiliazione, dell'obbrobrio, della piccolezza. — O umiltà, virtù per eccellenza, che incateni Gesù sotto queste apparenti impotenze, possa tu avanzare così nel cuore dei tuoi amici e delle tue vittime, che la solitudine, le umiliazioni e gli obbrobri formino le loro delizie ed il loro tesoro! «Il sentimento della grandezza di Dio e della sua Maestà oltraggiata ci ispiri il desiderio profondo dell'umiltà e dell'annientamento ai suoi piedi per meglio onorare il suo essere eterno e riparare le offese che gli sono fatte» 

 

2° PUNTO : Come un'anima consacrata al Sacro Cuore e vittima del Sacro Cuore si deve unire all'annientamento eucaristico. —Se un'anima è chiamata alla vita di vittima; se essa vuol offrirsi vittima d'espiazione e di propiziazione al Sacro Cuore di Gesù, deve partecipare in modo tutto particolare agli annientamenti eucaristici. Essendosi costituita vittima, lo scopo è determinato e bisogna che fino alla fine essa porti la grazia di questo sacro e divino carattere che ne fa un essere abbandonato e sprezzato, un essere da nulla, poichè essa ha preso su di sè il peccato e le miserie di tutti... «Gesù nel Santissimo Sacramento si nasconde sotto le apparenze le più comuni, e si dà in alimento all'uomo. Vi sarà un abbassamento più profondo? Orgoglio umano quanto sei confuso! L'annientamento davanti a Dio è dunque infinitamente necessario alla vittima che porta la qualità dei peccatori su se stessa e nei peccati degli altri, per i quali vuol domandar grazia. «Ella deve avere la più alta idea della grandezza e della santità di Dio, ed un amore appassionato del proprio abbassamento; e deve onorare Dio sopratutto con quest'abisso d'annientamenti, in cui Dio l'ha collocata». Se noi siamo abbandonati da Dio nella vita interiore, se gli uomini ci misconoscono, ci dimenticano, ci contano per un niente, stimiamoci felici di partecipare agli annientamenti del buon Maestro. «Gli apostoli erano felici, e si tenevano onorati di soffrire persecuzioni per il nome di Gesù» (Atti V, 41.). Consideriamo come una grazia il poter partecipare agli annientamenti del Salvatore per contribuire alla gloria di Dio, alla salute delle anime ed al progresso della Chiesa. 

 

3° PUNTO: Gesù sconosciuto ed oltraggiato nell'Eucaristia. — Parlando della vita mortale del Salvatore, san Paolo ci dice che nostro Signor Gesù Cristo si è umiliato facendosi obbediente fino alla morte di croce, ed umiliato fino ad esporsi a tutti i disprezzi, fino a lasciarsi toccare da mani profane e porre in cuori sacrileghi che lo crocifiggono moralmente. Gesù non soffre nell'Eucaristia, egli è impassibile, ma si mostra agli amici perfino sotto le apparenze della sofferenza. Appare a santa Margherita Maria tutto coperto di piaghe. «Un giorno il Salvatore si presenta a me come un Ecce homo, tutto lacerato e sfigurato dicendo: Cinque anime consacrate al mio servizio mi hanno trattato così comunicandosi senza fervore». Ed il buon Maestro le domandava di baciare le sue piaghe per addolcirne il dolore. E questo vuol dire che i peccati sarebbero capaci di strappargli ancora lagrime e di crocifiggerlo di nuovo, se potesse ancora soffrire. Ma gli amici devono sopportare qualcuna delle sofferenze che il buon Maestro non può più portare. La vista dei disordini del mondo deve tenere i nostri cuori sotto il torchio: noi dobbiamo sopratutto raddoppiare d'amore per compensarlo dell'ingratitudine di tante anime. Egli ce l'ha domandato per mezzo di S. Margherita Maria: «Ho sete d'essere amato dagli uomini nell'Augustissimo Sacramento» 

 

Risoluzioni. — Umiltà ed annientamento nel pensiero del mio nulla e nell'obbedienza; ecco ciò che nostro Signore attende da me. — Rinnoverò anche il fervore per tutti gli esercizi eucaristici, per la santa messa, la comunione, la visita al Santissimo Sacramento. 

 

FIORETTO. — Usa dolcezza con tutti; e ancor più con le persone moleste; tre volte Dolce Cuor del mio Gesù, ecc.

 

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CAPPELLINA

 

 

 

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